Report dell’Assemblea di Riot Village ’2011 08/02/11
Report Assemblea Nazionale Studentesca 28-29 Luglio Riot Village 2011 Ora i conti li fate con noi! Verso la Mobilitazione Nazionale del 7 Ottobre In questi giorni a Riot Village, il ...
Report Assemblea Nazionale Studentesca
28-29 Luglio Riot Village 2011
Ora i conti li fate con noi! Verso la Mobilitazione Nazionale del 7 Ottobre
In questi giorni a Riot Village, il Campeggio della Rete della Conoscenza, si è riunita ”l’Assemblea Nazionale delle studentesse e degli studenti verso l’Autunno” convocata dall’Unione degli Studenti. Oltre 300 studentesse e studenti giunti da tutta Italia hanno dato vita ad una partecipata ed inedita giornata di discussione, dibattito e condivisione delle esperienze di lotta e delle idee per il rilancio della mobilitazione autunnale.
Dall’assemblea è stata quindi lanciata la data di mobilitazione studentesca di venerdì 7 ottobre, giornata in cui le piazze del paese saranno piene di studenti, e decine e decine di cortei bloccheranno le città. Lo slogan scelto per la giornata è “Ora i conti li fate con noi!”. Non possiamo infatti accettare che il ministero dell’istruzione sia assoggettato alla demagogia di Tremonti sul “mettere i conti in regola”. Questa parole nascondono solo il tentativo di annullare ogni forma di welfare e tutela sociale, facendo pagare la crisi sempre alla solita parte della società. La miseria dei luoghi del potere, colpevoli di aver delegato ogni scelta alla finanza e all’economia, dev’essere abbattuta con una nuova grande ondata di partecipazione, democrazia e protagonismo studentesco. I conti li fate con noi significa che vogliamo poter scegliere del nostro futuro e dei nostri diritti.
Il Nostro tempo è il tempo della crisi. Questa ormai la viviamo come una costante della vita delle cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori e di noi, studentesse e studenti; ne paghiamo, infatti, i costi in tutte le sue sfaccettature. La soluzione per uscire crisi della finanza che banchieri e padroni ci offrono è quella di risanare i conti in rosso delle speculazioni con i tagli a scuola e università, ai diritti, al welfare, ai salari, con la privatizzazione dei beni comuni. La crisi la paghiamo noi ogni giorno. Le manovre finanziarie di mezza Europa, in primis quella italiana, parlando di ricrescita, di risanamento, ma le loro parole non rappresentano altro che le politiche di ristabilizzazione del sistema delle speculazioni finanziarie. I costi che siamo quindi costretti a pagare, sono quelli che rimettono in piedi lo stesso sistema che ha causato questa crisi. 10 anni fa a Genova, nel movimento dei movimenti anticipavamo, intuendo, in maniera straordinaria, che il tema fosse proprio quello dell’inevitabilità di porre fine a tale sistema in ogni suo aspetto.
Ma la crisi non è solo economica. L’attacco al lavoro, ai diritti, ai beni comuni, a scuola, università e ricerca, a ogni forma di aggregato sociale possibile è l’aspetto più brutale della crisi utilizzata come specchietto per le allodole per giustificare un’opera di devastazione della società. Dai processi di mercificazione del lavoro a quello dei saperi, alle privatizzazioni della terra, dell’acqua, degli elementi elementari oggi siamo sotto attacco.
La risposta a quest’attacco non può che essere trasversale e generale. Questa risposta l’abbiamo vista nella capacità che i movimenti sociali, in primis quello studentesco, con lo scorso Autunno hanno avuto nel costruire un fronte comune di lotta inedito nell’Autunno e nella Primavera scorsa; abbiamo vinto quando abbiamo costruito statuti degli studenti in stages, dei referendum e di tutti i tasselli di alternativa reale nelle scuole e soprattutto abbiamo vinto con lo straordinario risultato referendaria del 12 e 13 Giugno. Da qui bisogna ripartire: dalla VITTORIA.
Pensiamo quindi che per rilanciare il movimento studentesco sui territori, nelle scuole, in tutte le classi occorra ripartire dal tema di costruire un movimento capace di vincere nelle scuole battaglie, di aprire spazi di conflitto e di democrazia anche nell’epoca dell’oscurantismo berlusconiano, di costruire una forte generalizzazione e cioè di prendere atto che non si è solo dei numeri su un registro che animano la propria vita, nel momento in cui entrano in una classe, 5 ore al giorno fino ai 18 anni, ma che siamo cittadini a 360°, che viviamo a paghiamo questa crisi e questa condizione di precarietà che ci soffoca come un cappio.
Abbiamo costruito nello scorso anno un progetto nelle scuole, durante le occupazioni, le autogestioni, nelle assemblee, che riteniamo necessario rilanciare come strumento di mobilitazione: L’AltraRiforma. Dobbiamo rilanciare, trasformare, stravolgere questo progetto che punta a mettere in rete le esperienze che in quest’Autunno hanno saputo costruire un modello radicale e alternativo al modello scolastico che i governi di centro destra e centro sinistra hanno realizzato negli ultimi 15 anni. Praticare dal basso un modello nuovo di democrazia, di partecipazione attraverso i referendum nelle scuole, costruire un nuovo modo di valutare, capace di valorizzare la creatività, le conoscenze e le competenze degli studenti e non le nozioni che vengono trasmesse frontalmente, un modo di valutare opposto a quello di schedare le studentesse e gli studenti imponendo limiti alle assenze e giudicando in base a quanto si è obbedienti.
Tema centrale nelle mobilitazioni sarà la questione del diritto studio. Nel clima che si respira nel paese i fondi per l’accesso sono sempre meno, le leggi sono sempre più vecchia, è assente una normativa quadro nazionale sul diritto allo studio e si aggira il pericolo di un nuovo rafforzamento del modello del buono scuola. Non è accettabile che il diritto allo studio possa essere in qualche modo assoggettato alle lobby delle scuole private e agli interessi dei ceti più alti. Assedieremo le sedi delle principali Regioni del paese rivendicando nuove leggi rivolte agli interessi reali degli studenti e maggiori finanziamenti.
L’assemblea nazionale ha inoltre affrontato nello specifico i temi che risulteranno caratterizzanti nell’autunno di lotte che ci aspetta.
In primo luogo si è approfondito il tema della crisi, in primo luogo finanziaria ed economica, ma anche e soprattutto sociale, ambientale e politico-democratica. Sono queste infatti le tante facce di un modello economico che pone il profitto e lo sfruttamento delle genti davanti ai diritti, alla partecipazione, alla dignità. La pericolosa guerra tra poveri cui la società è esposta è infatti uno strumento che tenta di indebolire la conflittualità e le lotte sociali. È stato inoltre approfondito il tema della comunicazione e della sua importanza in una società dominata dai mass media, quindi il tema del passare un messaggio di nella scuole ma soprattutto nella società. Rilevante importanza hanno assunto i temi internazionali. Se globale è l’attacco al mondo della formazione, globale dev’essere la risposta. I movimenti studenteschi e non solo devono essere in grado di parlarsi e confrontarsi connettendo le proprie lotte soprattutto in una fase vitale come questa in cui in tutto il bacino dei paesi euro-mediterranei sono attraversati da importanti movimenti e rivoluzioni.
Il tema dell’edilizia scolastica continua con tutta la sua drammaticità ad incombere concretamente sulle nostre teste. Sono ancora aperte le ferite provocate dalle stragi causate dall’assenza di norme di sicurezza. Continua inoltre ad esserci una problematicità diffusa, oltre al tema della sicurezza, per cui le infrastrutture ed i laboratori scolastici. Continueremo a batterci per la messa in sicurezza di tutte le scuole del paese e l’innovazione strutturale degli edifici.
All’interno di Riot Village si è tenuta inoltre l’assemblea nazionale studentesca organizzata da LINK – Coordinamento Universitario, cui hanno partecipato 21 realtà studentesche di tutto il paese. Confrontarci e costruire una mobilitazione parallela e intrecciata tra scuole e università si rivela come una pratica vincente all’interno del movimento, se generale è l’attacco alla formazione generale dev’essere la risposta che dobbiamo generare. Partendo da questa considerazione ampliamo l’appello alla mobilitazione del 7 ottobre prima agli universitari, come a tutto il mondo dei soggetti in formazione, cercando di coinvolgere ogni realtà studentesca territoriale, come i lavoratori della scuola e movimenti sociali in generale.
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