L’APREA SI FERMA AL SENATO, NOI NO! 11/28/12
L’APREA SI FERMA AL SENATO, NOI NO! STIAMO IMPARANDO A VINCERE - Le nostre lotte stanno facendo scuola, tant’è che stiamo imparando a vincere. Dopo mesi di mobilitazioni intensissime che hanno ...
L’APREA SI FERMA AL SENATO, NOI NO!
STIAMO IMPARANDO A VINCERE - Le nostre lotte stanno facendo scuola, tant’è che stiamo imparando a vincere. Dopo mesi di mobilitazioni intensissime che hanno visto nelle piazze e nelle scuole determinazione e cretività, radicalità ed intelligenza, possiamo cominciare a vedere l’incrinarsi della legge Aprea, nodo centrale delle proteste. Centinaia di scuole occupate ed autogestite da Nord al Sud del Paese, cortei immensi che quotidianamente hanno paralizzato le città, spingedosi a bloccare in alcuni casi, porti, stazioni ed autostrade. Non è senso di ribellione adolescenziale: è volontà precisa di raggiungere un obiettivo che si sta concretizzando. Le tantissime assemblee e la capacità delle manifestazioni di parlare a tutt’Italia, unendo nella lotta insegnati, genitori, normali cittadini, ha creato un consenso storico da parte della società nei confronti degli studenti e delle studentesse in mobilitazione. E così sono seguite le prime dichiarazioni politiche, dapprima il Ministro Profumo che con un’abbondante dose di paternalismo si lavava le mani delle responsabilità sulla legge Aprea (dopo mesi di imbarazzante silenzio) e poi il gruppo al Senato del Partito Democratico, che finalmente ha dato ascolto alle proteste in atto in tutto il Paese. Questi due elementi, uniti ai tempi sempre più risicati della legislatura, impongono, salvo colpi di mano da parte di qualcuno, il definitivo stop alla legge Aprea. Dobbiamo proseguire la mobilitazione per scongiurare qualsiasi ipotesi di rimessa in discussione del pdl Aprea, non abbasseremo la guardia!
INTANTO LE PROTESTE CONTINUANO - Quello che si è mosso nelle piazze e nelle scuole non è stato legato solo alla legge Aprea, abbiamo rimesso in moto la partecipazione e la voglia di prendere parola, di prenderci uno spazio di protagonismo in luoghi che viviamo troppo spesso come prigioni, abbiamo immaginato delle scuole differenti: ed ora le vogliamo fino in fondo. Una nuova ondata di occupazioni e autogestioni sta ripartendo nel Paese, rivendicando cambiamento dal basso nelle proprie scuole: aule costantemente autogestite dagli studenti, referendum studenteschi ufficiali, commissioni paritetiche tra docenti e studenti in cui programmare l’offerta formativa dell’istituto, statuti dei diritti per gli studenti in stage, e le tante proposte riassunte nell’ AltraRiforma della scuola. In questo momento dobbiamo essere coscienti della forza che abbiamo e della responsabilità di non interrompere le nostre mobilitazioni, ma proseguire nelle nostre lotte proprio perchè i problemi non sono finiti.
IL GOVERNO NON HA LA COSCIENZA PULITA - Intanto aleggiano minacciosi nuovi tagli e nuove esenzioni per le scuole private. Non possiamo accettare il nuovo devastante taglio dei fondi per il MOF (il fondo ministeriale per l’offerta formativa), il fondo da cui si attinge anche la contrattazione di istituto, da cui si finanziano quindi attività fondamentali per il diritto allo studio come attività extracurriculari, corsi di recupero, sportelli formativi. La diminuzione di questi finanziamenti renderebbe le scuole luoghi in cui la qualità dell’offerta formativa andrebbe ancora di più a calare, lasciando indietro chi non ce la fa e non permettendo a chi vuole attività aggiuntive. Inoltre il ministro Profumo ha appena dichiarato di esentare dalla tassa IMU le scuole cattoliche-private. Non possiamo accettare una logica in cui a pagare i costi della crisi e delle manovre di austerity siamo ancora noi, mentre le scuole private debbano essere sempre avvantaggiate. Non fermeremo la mobiltiazione, continueremo ad occupare le scuole, autogestirle, scendendo in piazza con i nostri insegnanti.
LA LOTTA CONTINUA - Abbiamo visto scendere nelle piazze la generazione senza futuro, la generazione su cui vogliono scaricare i costi della crisi, i giovani precari, gli universitari costretti ad indebitarsi per poter studiare, cittadini e cittadine che hanno visto negli studenti in mobilitazione una speranza per cambiare il paese. Tante sono le aziende in crisi, i cassaintegrati, i disoccupati, i lavoratori in lotta, la crisi ILVA è solo la punta di un iceberg che rischia di portare al collasso l’intero sistema produttivo del Paese, per colpa di chi non si è assunto le proprie responsabilità nel risanamento dell’azienda. Vogliamo costruire un’allenza con chi come noi vuole migliorare questo paese, lottando contro chi lo ha ridotto in macerie: saremo quindi di nuovo in piazza nelle giornate di sciopero indette dalla FIOM-CGIL nei giorni 5 e 6 dicembre.
SCARICA, STAMPA E DIFFONDI IL VOLANTINO NELLA TUA SCUOLA! PROSEGUI LA PROTESTA!
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