aprea 11/28/12
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STIAMO IMPARANDO A VINCERE - don't give up the fight! L'autunno caldo 2012 porta la firma di tutti gli studenti e le studentesse del Paese. Siamo entrati a gamba tesa in un dibattito pubblico schiacciato nel politicismo pre-elettorale, rompendo l'ordinarietà di giornali e telegiornali, interrompendo le lezioni e riprendendoci le nostre scuole: occupando, autogestendo, abbiamo dato forma alla partecipazione, abbiamo preso spazio per il nostr o protagonismo. Le nostre mobilitazioni hanno aperto una speranze per il futuro di un paese intero, abbiamo visto scendere in piazza con noi, insegnanti e genitori, precarie e lavoratrici. Siamo e vogliamo continuare ad essere un'ondata di partecipazione e cambiamento dal basso, vogliamo dare voce ad una generazione che non ha intenzione di arrendersi ad un destino di precarietà. La legge Aprea (953) rappresenta un nemico a cui non abbiamo ceduto, lo abbiamo dimostrato in passato e la stiamo bloccando ancora una volta. Chi oggi vuole privatizzare le scuole pubbliche e cancellare i diritti degli studenti risponde ad un disegno ben preciso, in cui una scuola di qualità non vuol essere concessa a tutti, in cui si vuole educare alla precarietà, al non avere diritti, a non vivere la scuola come un luogo proprio, ma come un'azienda in cui siamo merce: le occupazioni e le autogestioni che abbiamo organizzato in centinaia di istituti hanno dimostrato come non mai la volontà di studenti e studentesse di vivere la scuola come uno spazio proprio, in cui liberare saperi e socialità. La nostra gioia, la nostra irruenza, la nostra incapacità di arrenderci mette giorno dopo giorno è stato un bastone tra le ruote del carro dei potenti. Dopo anni un fatto nuovo per i movimenti sociali nel paese si è realizzato: la possibilità concreta di strappare il risultato nella nostra battaglia. La crisi e la macelleria sociale, le politiche di austerity e lo smantellamento in corso da anni dell'istruzione pubblica rendono sempre più necessaria un risposta collettiva ai problemi: siamo stanchi di essere condannati ad un presente eternamente precario, siamo stanchi di essere soli e abbiamo dimostrato come si rompe l'individualismo, siamo stanchi di perdere e stiamo imparando a vincere! Vogliamo per questo confrontarci e parlarci, mettere a valore le lotte che ogni scuola ha organizzato e portato avanti nel proprio territorio, immaginare come continuare e cambiare le nostre scuole dal basso, strappando vittorie istituto per istituto, immaginare come opporci ai nuovi fantasmi che aleggiano sulla scuola pubblica e sul nostro futuro, ci incontreremo per questo a Roma in un'assemblea studentesca nazionale a Roma il 15 e 16 dicembre. Vogliamo imparare a vincere e lo possiamo fare solo tutti assieme. per info bacheca evento FB | 0669770332 | info@unionedeglistudenti.it | INFO LOGISTICHE Dove sarà l'assemblea: 15 Dicembre -> ITC Armellini, Largo Placido Riccardi n.13 METRO B Basilica San Paolo 16 Dicembre -> Facoltà di Ingegneria, Via Eudossiana n.18 METRO B Cavour Dove si dorme: Casa dei Popoli, via Irpinia n.50 -> Prendere Metro B (Rebibbia) direzione Termini, prendere il tram 5 o 14, scendere a Prenestina/Telese, a piedi per 250 mt. Pasti: sabato 15, Pranzo -> Panino + Frutta. Sabato 15 Cena -> Pasta + FruttaDomenica 16, Pranzo: Panino + Frutta Contributo: il contributo per i pasti, noleggio delle sale e spese organizzative è di 10 € a partecipante. Note: Munirsi di sacco a pelo, coperte e stuoietta/materassino. ISCRIVITI ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE QUI! TRASPORTI ORGANIZZATI PER RAGGIUNGERE ROMA DA:
Blocchiamo i nuovi tagli alla scuola pubblica Dopo mesi di occupazioni, autogestioni e cortei, dopo aver bloccato l'iter parlamentare del pdl 953 (ex Aprea), è veramente difficile che qualcuno ci possa ingannare. Non ci basta aver bloccato per il momento l'ondata privatizzatrice contenuta nella 953, ma vogliamo veramente un massiccio investimento statale nella scuola pubblica, una radicale inversione politica non più rinviabile. Ancora una volta Profumo smaschera la continuità politica tra il suo mandato e quella della Gelmini dicendo che si farà portatore dell'esigenza delle scuole cattoliche private di non pagare l'IMU. Piuttosto che pensare a come rafforzare la scuola pubblica, garantire a tutti la possibilità di poter studiare indipendentemente dal contesto socio-economico di provenienza, si pensa ancora a favorire le lobby e le piccole elités. Ma le assurdità non finiscono qua. Il 22 novembre, in un incontro che si è tenuto a Palazzo Chigi tra il Governo e i sindacati (CISL, UIL, SNALS), il primo ha acconsentito alla richiesta dei secondi di restituire gli “scatti d'anzianità”, ossia i progressivi aumenti stipendiali che si maturano con gli anni di servizio. Per fare ciò Profumo ha definito che il costo per pagare gli scatti del 2011 sarebbe stato pari a 480 milioni di euro. Recuperando 86 milioni di euro dalle economie del FIS (taglio già smascherato in questo articolo) e dal 30% di tagli agli organici, i restanti 390 milioni saranno recuperati tagliando di un terzo il bilancio per i fondi di istituto. Questi non sono altro che i fondi che consentono di avere corsi di recupero, di potenziamento, attività extracurricolari, sportelli formativi e scuole aperte il pomeriggio per gli studenti. Difatti vengono chiamati fondi per il MOF, ossia per il miglioramento dell'offerta formativa. Inoltre nei prossimi anni, con alta probabilità, si dovranno operare tagli ulteriori sul MOF per garantire il pagamento degli scatti d'anzianità. Ciò provocherebbe un progressivo prosciugamento del fondo stesso, rendendo impossibile la contrattazione integrativa e dunque il rispetto del P.O.F (Piano dell'Offerta Formativa) di ogni scuola. Cosa comporta tutto questo? I docenti e il personale ATA non avranno più la parte di salario accessorio che fino ad ora li veniva corrisposta ogniqualvolta svolgessero delle attività extracurricolari e integrative. Quello che si recupera con gli scatti di anzianità si perde con la perdita del salario accessorio dunque i docenti pagano in ogni caso. Dalla parte degli studenti la situazione è ancor più drammatica perché si nega la possibilità di avere una scuola di qualità, con attività aggiuntive e soprattutto inclusiva e rispettosa delle differenze nei tempi di apprendimento. Con un ulteriore abbassamento dell'offerta formativa si attacca frontalmente un'idea di scuola pubblica di qualità per tutte e tutti, centro propulsivo di cittadinanza ed emancipazione collettiva, senza corsi di recupero, senza attività extrascolastiche, senza sportelli didattici. Passa sempre più l'idea di una scuola a pagamento, privata e per pochi, che si regge sui contributi delle famiglie e gli investimenti dei privati, che inevitabilmente piloterebbero l'offerta formativa inseguendo i loro interessi. Che ne rimane degli articoli 3, 33 e 34 della nostra Costituzione? Possiamo permettere questa deriva? Siamo stanchi di inganni, dei tentativi di dividere il fronte compatto di studenti e docenti che in queste settimane ha dimostrato di poter incidere nel dibattito pubblico e di cambiare dal basso non solo le scuole ma il paese intero. Il 6 dicembre saremo in piazza affianco ai lavoratori della FIOM perché sentiamo di essere colpiti allo stesso modo. Pensiamo che è giunto il momento di bloccare insieme il perverso processo distruttivo che porta alla cancellazione dei diritti, impoverimento del lavoro, disoccupazione, precarizzazione delle nostre vite e smantellamento dell'istruzione pubblica. Stiamo dimostrando con le nostre lotte che si può cambiare, che i risultati arrivano. Tutto dipende da noi: le nostre lotte faranno scuola.
"Mi farò portatore positivo con il presidente Mario Monti di questa richiesta" ha dichiarato il Ministro dell'Istruzione Francesco Profumo in merito alle richieste delle scuole cattoliche private di non pagare l'IMU rispondendo all'interpellanza della parlamentare centrista Luisa Capitanio Santolini. Come al solito i Ministri italiani hanno la memoria breve, anzi brevissima, e Profumo è passato in pochi giorni dallo "scaricare" di fatto la legge Aprea, a tornare alla strenua difesa delle scuole private, nello specifico in questo caso quelle cattoliche. Non c'è da meravigliarsi che mentre per le scuole pubbliche si parla di nuovi tagli al fondo ministeriale per l'offerta formativa (che finanzia corsi di recupero, sportelli, attività autogestite dagli studenti, corsi extracurrculari) dopo qualche lamentele dalle lobby cattoliche, si vogliano reintrodurre le esenzioni per le cattoliche. Le scuole cattoliche sono scuole private, ci teniamo a ribadirlo perchè non è concepibile in un paese civile che quando si tratta di tagliare la scuola "per tutti" i governi si pongano ben pochi problemi, quando si tratta di favorire le solite lobby ci sia sempre massima disponibilità. Non accettiamo in alcun modo che questo possa avvenire ancora, soprattutto in una fase in cui centinai di scuole occupate e cortei stanno ribadendo quotidianamente il valore della scuola pubblica. Il 5 e 6 dicembre saremo di nuovo in piazza per contestare profondamente questa scelta: vi abbiamo già fermato, lo faremo di nuovo! SCARICA, STAMPA E DIFFONDI IL VOLANTINO NELLA TUA SCUOLA! PROSEGUI LA PROTESTA!
L'APREA SI FERMA AL SENATO, NOI NO! STIAMO IMPARANDO A VINCERE - Le nostre lotte stanno facendo scuola, tant'è che stiamo imparando a vincere. Dopo mesi di mobilitazioni intensissime che hanno visto nelle piazze e nelle scuole determinazione e cretività, radicalità ed intelligenza, possiamo cominciare a vedere l'incrinarsi della legge Aprea, nodo centrale delle proteste. Centinaia di scuole occupate ed autogestite da Nord al Sud del Paese, cortei immensi che quotidianamente hanno paralizzato le città, spingedosi a bloccare in alcuni casi, porti, stazioni ed autostrade. Non è senso di ribellione adolescenziale: è volontà precisa di raggiungere un obiettivo che si sta concretizzando. Le tantissime assemblee e la capacità delle manifestazioni di parlare a tutt'Italia, unendo nella lotta insegnati, genitori, normali cittadini, ha creato un consenso storico da parte della società nei confronti degli studenti e delle studentesse in mobilitazione. E così sono seguite le prime dichiarazioni politiche, dapprima il Ministro Profumo che con un'abbondante dose di paternalismo si lavava le mani delle responsabilità sulla legge Aprea (dopo mesi di imbarazzante silenzio) e poi il gruppo al Senato del Partito Democratico, che finalmente ha dato ascolto alle proteste in atto in tutto il Paese. Questi due elementi, uniti ai tempi sempre più risicati della legislatura, impongono, salvo colpi di mano da parte di qualcuno, il definitivo stop alla legge Aprea. Dobbiamo proseguire la mobilitazione per scongiurare qualsiasi ipotesi di rimessa in discussione del pdl Aprea, non abbasseremo la guardia! INTANTO LE PROTESTE CONTINUANO - Quello che si è mosso nelle piazze e nelle scuole non è stato legato solo alla legge Aprea, abbiamo rimesso in moto la partecipazione e la voglia di prendere parola, di prenderci uno spazio di protagonismo in luoghi che viviamo troppo spesso come prigioni, abbiamo immaginato delle scuole differenti: ed ora le vogliamo fino in fondo. Una nuova ondata di occupazioni e autogestioni sta ripartendo nel Paese, rivendicando cambiamento dal basso nelle proprie scuole: aule costantemente autogestite dagli studenti, referendum studenteschi ufficiali, commissioni paritetiche tra docenti e studenti in cui programmare l'offerta formativa dell'istituto, statuti dei diritti per gli studenti in stage, e le tante proposte riassunte nell' AltraRiforma della scuola. In questo momento dobbiamo essere coscienti della forza che abbiamo e della responsabilità di non interrompere le nostre mobilitazioni, ma proseguire nelle nostre lotte proprio perchè i problemi non sono finiti. IL GOVERNO NON HA LA COSCIENZA PULITA - Intanto aleggiano minacciosi nuovi tagli e nuove esenzioni per le scuole private. Non possiamo accettare il nuovo devastante taglio dei fondi per il MOF (il fondo ministeriale per l'offerta formativa), il fondo da cui si attinge anche la contrattazione di istituto, da cui si finanziano quindi attività fondamentali per il diritto allo studio come attività extracurriculari, corsi di recupero, sportelli formativi. La diminuzione di questi finanziamenti renderebbe le scuole luoghi in cui la qualità dell'offerta formativa andrebbe ancora di più a calare, lasciando indietro chi non ce la fa e non permettendo a chi vuole attività aggiuntive. Inoltre il ministro Profumo ha appena dichiarato di esentare dalla tassa IMU le scuole cattoliche-private. Non possiamo accettare una logica in cui a pagare i costi della crisi e delle manovre di austerity siamo ancora noi, mentre le scuole private debbano essere sempre avvantaggiate. Non fermeremo la mobiltiazione, continueremo ad occupare le scuole, autogestirle, scendendo in piazza con i nostri insegnanti. LA LOTTA CONTINUA - Abbiamo visto scendere nelle piazze la generazione senza futuro, la generazione su cui vogliono scaricare i costi della crisi, i giovani precari, gli universitari costretti ad indebitarsi per poter studiare, cittadini e cittadine che hanno visto negli studenti in mobilitazione una speranza per cambiare il paese. Tante sono le aziende in crisi, i cassaintegrati, i disoccupati, i lavoratori in lotta, la crisi ILVA è solo la punta di un iceberg che rischia di portare al collasso l'intero sistema produttivo del Paese, per colpa di chi non si è assunto le proprie responsabilità nel risanamento dell'azienda. Vogliamo costruire un'allenza con chi come noi vuole migliorare questo paese, lottando contro chi lo ha ridotto in macerie: saremo quindi di nuovo in piazza nelle giornate di sciopero indette dalla FIOM-CGIL nei giorni 5 e 6 dicembre. SCARICA, STAMPA E DIFFONDI IL VOLANTINO NELLA TUA SCUOLA! PROSEGUI LA PROTESTA!