TORINO – scampato pericolo di chiusura nei due istituti a rischio, ma i problemi restano.
Sono passati ormai 3 mesi dallo scoppio del caso del liceo scientifico Copernico e dell’Istituto Tecnico Commerciale Luxemburg, i due istituti che ad ottobre sono stati chiusi temporaneamente a causa del crollo di una doga del controsoffitto in un’aula al primo piano del Luxemburg. Dopo i primi controlli venne alla luce che il problema non erano solo le doghe, ma anche la lana di vetro isolante trovata sopra la controsoffittatura. La scuola ha rischiato la chiusura e gli studenti e le studentesse hanno rischiato di trovarsi a fare lezioni in altri istituti. Gli studenti hanno subito reagito: sono scesi in piazza diverse volte per chiedere spiegazioni, per capire meglio la situazione, per esprimere la loro volontà di rimanere all’interno della loro scuola e hanno occupato la scuola per una notte. Agli inizi di gennaio è stata data la notizia della riapertura del Copernico e ora i problemi da risolvere sono due: il rischio crolli e la pericolosità della fibra di lana che riempie le intercapedini. La procura ha dato il via libera per l’attuazione del piano di sicurezza della Provincia di Torino per i due Istituti.Riguardo la lana di vetro il problema non è circoscritto al caso torinese, questo materiale è stato utilizzato a livello nazionale per l’isolamento degli edifici scolastici e il fatto che vi sia anche solo il dubbio di un suo effetto cancerogeno dovrebbe mettere in allarme e dare il via ad un controllo di ogni istituto nel territorio nazionale in cui è presente tale materiale.
Questa è la testimonianza di Maurizio Bianchi, studente del liceo Copernico, che, oltre a raccontare la sue esperienza, ci rende partecipi dei dubbi che gli studenti ancora hanno nonostante la riapertura dell’istituto.
Tutto comincia con una doga che soavemente cade su un banco dal soffitto dell’istituto Luxembourg, il fatovuole però che ciò succeda durante l’intervallo, nessuno si fa male.Le istituzioni si allarmano, com’è possibile che cadano pezzi di contro soffitto? Bisogna controllare tutto l’edificio!
Gli istituti Copernico e Luxembourg vengono chiusi. Iniziano i lavori per la messa in sicurezza della scuola.Contemporaneamente ad essi però cosa salta fuori? Lana di vetro.Un materiale mai sentito prima, per lo meno da me, che serve a isolare gli edifici, in passato molto usato e con un nome che ispira anche una certa simpatia, se non fosse per il fatto che viene dichiarato potenzialmente cancerogeno.
Le istituzioni si allarmano, di nuovo.Vengono effettuati due rilevamenti del livello di particelle presenti nell’aria circolante nella scuola, uno da parte dell’ ARPA, e uno da parte del CTO. Gli esiti sono discordanti, il primo ente rileva un livello di particelle di lana di roccia troppo alto e dichiara la situazione insostenibile perché troppo pericolosa, i ragazzi devono cambiare istituto, il secondo al contrario riscontra valori assolutamente nella norma.Mi hanno detto che la legge prevede che in caso di presenza di due esiti discordanti, vada preso inconsiderazione quello negativo. Bisogna andarsene!
Noi studenti non ci stiamo. Vogliono farci cambiare sede, dislocarci in altri istituti, mandarci a scuola nelpomeriggio, farci sospendere le nostre attività extrascolastiche, causare enormi disagi ai pendolari.Non riusciamo veramente a spiegarci come mai due enti diversi, l’ARPA e il CTO possano arrivare aconclusioni tanto discordanti!
Durante la mattinata così decidiamo di sospendere le lezioni e andare a manifestare davanti alla Provinciadi Torino per chiedere spiegazioni, ci deve essere un compromesso, non possono pretendere che noicambiamo in modo così radicale la nostra vita!Alla Provincia risponde alle nostre domande l’Assessore all’Istruzione di Torino, risponde in mododecisamente controverso, non sembra avere una versione univoca dell’andamento dei fatti, il suo discorsosi articola in scaricamenti vari di responsabilità, sentimento di impotenza di fronte a un pericolo per lasalute così grande, e intenzione di chiarire tutto.Tutto ciò che chiediamo noi come studenti in realtà non è altro che un terzo esame che possa confermare ocontraddire l’esito dei primi due.Ci accordiamo con l’Assessore per un incontro di chiarimento da tenersi al Copernico la sera successiva.
La notte stessa organizziamo un’occupazione della scuola, dormiremo nelle classi armati di sacco a pelo!
La cosa che più mi sorprende però è che il Copernico questa volta si dimostri assolutamente unito.Dai professori, passando per il personale ATA per arrivare al preside siamo veramente tutti uniti percombattere la stessa lotta e per uno stesso obiettivo, restare al Copernico.E questa unione è veramente sorprendente devo dire, a tal punto che la sera dopo, all’incontro conl’Assessore vengono anche i genitori dei ragazzi che frequentano il Copernico, e non ho parole per definirela situazione venutasi a creare.La situazione continua a essere tesa, viene fissata una data durante le vacanze natalizie per valutareeffettivamente la situazione della scuola e deciderne le sorti.L’edificio verrà diviso in sezioni, verranno effettuati i lavori, i laboratori saranno adibiti ad aule, ma ciò chemaggiormente importa è che ce l’abbiamo fatta, RIMANIAMO AL COPERNICO!
Questo è un trionfo per tutti noi studenti, siamo riusciti a far valere le nostre ragioni e a rimanere in unedificio magari non sicurissimo, ma certamente non più pericoloso degli altri in Italia.
Adesso i nostri soffitti sono coperti da teli di plastica sorretti da bacchette di legno.A due settimane dalla ripresa delle lezioni però, penso sia lecito farsi qualche domanda. C’è qualcosarimasto poco chiaro.Vorrei sapere semplicemente dov’è finito il pericolo dato dalle doghe instabili, dalla lana di roccia presentenell’aria che respiro tutti i giorni, e come sia stato possibile questo improvviso cambiamento di valutazionedella situazione.
E poi sorge spontaneo anche qualche dubbio.Tutti noi abbiamo partecipato con grande ardore a questa protesta, ha suscitato l’interesse di tutti, haformato un senso di appartenenza alla scuola che frequentiamo, chi da più, chi da meno anni, abbiamodato una grande dimostrazione di compattezza di intenti.Restando in tema però, visto che tanto deve piacere ai professori di Italiano dal momento che lo studioininterrottamente dalla terza media ad oggi, “I Promessi Sposi” hanno un lieto fine?Bé, in fin dei conti don Rodrigo muore, don Abbondio eviterà di mettere ostacoli al matrimonio, efinalmente Renzo e Lucia potranno sposarsi!
E’ da quando siamo piccoli che provano a insegnarci in tutti i modi che nel Bel Paese il lieto fine è questo…
Con me non ci sono ancora riusciti.
Maurizio Bianchi, classe V.