NY: verso il 17Now #occupytheDOE!
Dai semi di #occupywallstreet nasce a New York una mobilitazione contro la privatizzazione della formazione: #occupytheDOE. Vi riportiamo una traduzione semplificata di un’articolo in merito. (qui l’originale)
Non saranno stati una folla enorme, ma molto tenaci. Un gruppo di persone che si fanno chiamare Occupy the DOE (occupiamo il ministero dell’istruzione) si sono ritrovati sulle scale della Tweed Hall lunedì sera per manifestare contro il Dipartimento dell’Istruzione.
Occupy the DOE è una parte di quelle persone che da mesi ormai portano avanti il movimento di #occupy wall street, composto da studenti, genitori, professori, collaboratori scolastici, educatori, che sono stanche della politica dello stato di New York, che mira a privatizzare la maggior parte delle scuole pubbliche della Grande Mela.
Dopo il meeting della Commissione sull’Istruzione del 25 Ottobre, dove centinaia di genitori e professori hanno protestato contro la linea adottata dal Dipartimento dell’Istruzione, era ora di cambiare approccio rispetto al tema, ribadiscono gli organizzatori di Occupy the DEO: già dal mese scorso a Zuccotti Park si discuteva dei grandi problemi dell’educazione nella città di New York, dato che grazie alle politiche del DOE cresce il numero di classi sovraffollate, licenziamenti dei professori e aumentano anche le chiusure delle scuole.
“Vogliamo creare un agenda per organizzare le azioni dell 99%” ribadisce Ms.Petty, una trentenne di Brooklyn – “ E siamo qui oggi per realizzare quel programma!”
Carl Neltzer è un insegnante 51enne dell’Upper West Side, ed è sulle scale insieme a molti altri per ricordare che le privatizzazioni possono restare nelle tasche e nelle teste dell’1%, perché evitando gli sprechi si possono costruire scuole migliori e ribadisce: “ L’educazione viene distrutta dalle imprese che vogliono fare soldi con l’educazione. Le privatizzazioni incideranno fortemente sulla vita di un numero di studenti sempre in crescita: più si privatizza, meno si guarda ai bisogni pubblici”
Zoe Beloff, professoressa 53enne di Manhattan ribadisce che “scuole sovraffollate significa meno possibilità per gli studenti di finire la scuola. Più piccole sono le classi e migliore è la qualità dell’insegnamento”
Molti degli organizzatori di Occupy Wall Street sono parte attiva di questo movimento neonato e sono più determinati che mai nel dire che questo non è che l’inizio, che è il momento di riportare questo tema al centro del dibattito, è il momento che le persone tornino a decidere.