Giovani europei ed economisti critici contro l'austerità
Giovani europei ed economisti critici contro l’austerità - Daniele Cesaratto
Le motivazioni di questo incontro nascono ovviamente dalla crisi economica cominciata (o meglio, scoppiata) nel 2008 e dalle politiche economiche che da anni, ma in particolar modo in questo periodo di crisi, vengono attuate dai governi europei.
Soprattutto, l’incontro si occuperà dei giovani e di come la crisi e le politiche di “austerità” abbiano negativamente influito sul loro presente e sulle loro prospettive per il futuro, dai pesanti tagli all’istruzione alla precarizzazione del lavoro alla crescente disoccupazione giovanile.
I dati ufficiali prevedono per l’Italia un’ulteriore contrazione del PIL del 2,3% per il 2012 e una moderata contrazione dello 0.5% per il 2013; e sono dati assai ottimistici (ad esempio CityBank prevede per il 2013 una contrazione del 2,2%).
Anche l’impatto sociale è stato fortissimo: la povertà è in crescita e i consumi in calo (-3,2% quest’anno e un’ulteriore -0,7% nel 2013).
Il tasso di disoccupazione in Europa è del 10,6% (aumentato di 0,8 punti percentuale rispetto al 2011), nell’Area Euro del 11,6% (aumentato addirittura di 1,3 punti percentuale rispetto al 2011).
In Italia il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 10,8%, rispetto al 8,8% dell’anno passato, e si prevede un’ulteriore aumento al 11,4% nel 2013 (dato ancora più preoccupante dal momento che il tasso di disoccupazione non prende in considerazione gli individui che né studiano né cercano lavoro, escludendo dunque svariate categorie).
Anche i dati relativi ai giovani sono molto preoccupanti: la disoccupazione giovanile è al 22,8% nell’Unione Europea e al 23% nell’Area Euro, mentre i cosiddetti “neet” (i giovani che né studiano né lavorano, esclusi appunto dal calcolo dei disoccupati) risultano essere nel 2011 rispettivamente il 16,7% e il 16,4%.
E se già i dati europei sono impressionanti, quelli italiani sono spaventosi: la disoccupazione giovanile è pari al 35,1% e i neet al 25,2%, quasi 10 punti sopra la media europea.
Questi dati rendono evidente il fallimento delle politiche sinora adottate per far fronte alla crisi, evidenziato anche dallo stesso manifesto dell’incontro (reperibile sul sito di Economy 4 Youth), il quale critica fortemente le misure prese dai governi europei, che perseguono “una strategia basata su pesanti tagli alla spesa ed agli investimenti pubblici, riduzione dei salari e ‘riforme’ volte a cancellare i diritti sociali e privatizzare beni sinora considerati pubblici”.
Inoltre, come la Storia ci insegna, situazioni di profonda crisi e disgregazione sociale come questa favoriscono un clima che rischia facilmente di alimentare forme di razzismo ed espressioni politiche antidemocratiche (basti vedere l’enorme crescita dei partiti di estrema destra in molti paesi europei, quale l’Alba Dorata, il partito neonazista greco che ha preso il 7% alle ultime elezioni).
Il fine di questo incontro è dunque quello di discutere di diverse interpretazioni della crisi e delle possibili vie d’uscita, alternative a quelle proposte dai governi e dagli economisti ortodossi.
Il manifesto ci tiene tuttavia a sottolineare che le nuove proposte per le politiche economiche “non dovrebbero essere lasciate nelle mani di esclusivi circoli di “esperti”, detentori di un qualche pensiero economico universalmente valido, ma piuttosto il contrario: devono essere basate su un processo di dibattito e scelta politica”.
In particolare le priorità del “programma economico alternativo” sono:
Abbandono delle politiche di austerità
Preservare la possibilità dell’intervento pubblico almeno in due aspetti: Garantire l’accesso universale al Welfare State, che deve diventare un diritto inalienabile, e l’investimento in settori quali educazione, tecnologia, innovazione ed infrastrutture per favorire il progresso tecnologico.
Un’inversione di tendenza rispetto al detassazione dei grandi capitali degli ultimi anni, imponendo riforme del sistema fiscale volte alla redistribuzione dei redditi, mediante tasse progressive sui redditi e i patrimoni, tassazione delle operazioni finanziarie e persecuzione dell’evasione fiscale (permettendo dunque di alleggerire il carico fiscale sulle fasce di reddito più basse, incrementando la domanda, e di disporre di maggiori risorse pubbliche da investire).
Coesione sociale e garanzia di un lavoro stabile e dignitoso (esperienze passate hanno dimostrato che una pur forte crescita economica non è sufficiente a garantire tali risultati, che necessitano di apposite riforme).
Cercare di risolvere le asimmetrie interne ai paesi dell’Unione Monetaria tra paesi in deficit e paesi con un grande surplus, applicando chiaramente riforme differenti da quelle attuate fino ad ora.
Sebbene l’attuale crisi non sia esclusivamente finanziaria, è stata certamente provocata anche dalla forte deregolamentazione dei mercati finanziari. Parte delle nuove politiche dovrà dunque essere una trasparente e stringente regolamentazione della finanza, oltre che facilitare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese.
Investire, rafforzare e modernizzare l’industria, specialmente nei paesi, quali ad esempio la Spagna, fortemente dipendenti dalle importazioni. Investire dunque in nuovi campi, sulla qualità dei prodotti e l’ecosostenibilità delle tecnologie utilizzate, favorendo anche l’utilizzo di energie rinnovabili.
Questo evento è un utile momento di formazione delle coscienze, di incontro tra ragazzi ed idee uguali e differenti, di confronto con altri paesi e con altre proteste, di riflessione e anche di decisione su quali sono i motivi che ci spingono a protestare verso questo governo e questo modello di Europa, e quale sia invece il modello da noi proposto.
E’ dunque importante la partecipazione di noi studenti italiani, nell’ottica di formare un fronte comune con gli studenti e le proteste degli altri paesi, anche per dare maggiore forza e spessore alle proteste dei singoli paesi.
Daniele Cesaratto, membro del collettivo del Liceo Torquato Tasso di Roma e parte della delegazione italiana.