GENOVA – Ambiente e salute sono diritti: reddito minimo grantito a tutti/e
Oggi, 6 Dicembre, un corteo studentesco ha sfilato per le strade di Genova, come nelle più grandi città italiane, una data di mobilitazione convocata contro i tagli all’istruzione e per proporre un alternativa al modello di scuola ed università che siamo costretti a subire ogni giorno. Durante il corteo però, quando all’ incrocio tra via Gramsci e via delle Fontane, gli studenti sono venuti in contatto con il corteo dei lavoratori edili si sono verificati degli episodi spiacevoli.
Dal furgone del corteo degli studenti un intervento ha espresso le perplessità del movimento sulle rivendicazioni e sulla piattaforma del corteo dei sindacati confederali dei lavoratori edili. Ancora una volta dopo Taranto, la protesta sindacale non riesce ad andare oltre la difesa ad ogni costo del posto di lavoro. Il lavoro reclamato dai lavoratori edili oggi coincide con la costruzione del III Valico e della gronda autostradale quindi con la distruzione sistematica dell’ambiente e del territorio, mettendo anche a rischio la salute della popolazione per via della concentrazione di amianto presente nell’Appennino. Riteniamo che scendere in piazza esclusivamente per difendere il posto di lavoro sia un errore, una presa di posizione sbagliata che deriva da un ideologia culturale secondo la quale “di più” significa per forza “meglio”, secondo la quale il progresso porta sempre e comunque benessere, quando invece questo caso e quello dell’Ilva di Taranto dimostrano il contrario. La battaglia che deve essere portata avanti oggi invece è quella della difesa del territorio e dell’ambiente dalle logiche del profitto e dalla speculazione economica, è necessario rivendicare un reddito minimo garantito che assicuri un tenore di vita decoroso a tutti, senza spingersi alla strenua difesa di posti di lavoro che comunque rischiano di scomparire per la crisi inevitabile del settore.
Noi non ci poniamo contro gli operai ma contro la strumentalizzazione di cui questi sono purtroppo vittime e che li porta a lottare per interessi altrui, per chi ha degli interessi economici forti sulla costruzione di queste grandi opere per esempio, gli stessi che sfruttano il lavoro degli operai in ogni fabbrica ed in ogni cantiere. Ciò che gli operai avrebbero interesse a rivendicare è l’istituzione di un welfare che non sia solamente assistenzialista ma che vada oltre la prestazione lavorativa, garantendo un reddito minimo, un territorio e un ambiente liberi dalla speculazione edilizia, dalla cementificazione e dalle grandi opere devastatrici.
Dopo l’intervento fatto dal furgone, nel quale si esponevano questi argomenti, un gruppo di operai ha tentato di aggredire il corteo studentesco, francamente ci dispiace constare che la rabbia degli operai dimostrata in quel momento raramente si vede in piazza e quasi mai contro chi sarebbe giusto rivolgerla, non contro chi durante un corteo ha espresso legittimamente la sua posizione.
Concludendo vogliamo ribadire la nostra assoluta contrarietà al III Valico e alla gronda autostradale, grandi opere che vengono realizzate in nome del progresso, ma che in realtà hanno il solo scopo di far realizzare dei profitti agli investitori, danneggiando l’ambiente ed il nostro territorio e sprecando miliardi di risorse pubbliche che potrebbero essere investite nelle scuole, nell’università e nel sociale. Non potremmo mai difendere lavoratori che accettano simili compromessi, in quanto difendendo il singolo posto di lavoro si danneggia la collettività nel suo insieme. A volte il diritto alla salute e all’ambiente possono essere in contrasto con il lavoro, ma di certo non con un reddito minimo garantito, se tra i lavoratori in futuro ci sarà questa consapevolezza saremo felici di essere al loro fianco.
Le studentesse e gli studenti dell’Unione degli studenti Genova