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Renzi: l’assassino dell’autonomia scolastica 10/19/14

Le scelte in materia economica non sono neutre. Da qualche giorno è stata resa nota la bozza di legge di stabilità proposta dal CDM. I giornali riportano mezzo miliardo di ...


Le scelte in materia economica non sono neutre. Da qualche giorno è stata resa nota la bozza di legge di stabilità proposta dal CDM. I giornali riportano mezzo miliardo di euro investito sulla scuola. Ma l’Unione Degli Studenti insorge e denuncia i tagli in essa contenuti.

Quindi cosa succede davvero con questa legge di stabilità?

Ancora una volta dietro ad una manovra economica si dimostra una celata volontà politica.

Con l’articolo 3 della proposta di Legge di Stabilità si propone di finanziare con 1 miliardo di euro per il 2015 un nuovo fondo vincolato alla realizzazione delle proposte contenute nelle linee guida “LA BUONA SCUOLA”, con una previsione di altri 3 miliardi nel 2016.

 

 

Nell’articolo 28 sono contenuti invece le proposte di razionalizzazione delle spese del MIUR. All’interno di quest’articolo sono presenti gravi tagli previsti sull’FFO delle università che, insieme ai tagli sulle Regioni, pesano come un macigno sul Diritto Allo Studio, come denunciato in questi giorni da Link – Coordinamento Universitario.

Per quel che riguarda la scuola si parla di un taglio di circa 2000 posti dell’organico ATA, l’abrogazione delle supplenze brevi, la cancellazione degli esoneri per i collaboratori del dirigente scolastico, un risparmio di 147 milioni per l’introduzione di commissioni solo interne alla maturità e 30 milioni di tagli sulla legge 440/97.

 

 

Cos’è questa legge 440/97?

E’ la legge che introduce l’autonomia (Istituzione del Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa).

All’ art. 1 si comprendono le funzioni a cui era destinato quel fondo:

“A decorrere dall’esercizio finanziario 1997, è istituito nello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione un fondo denominato “Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi” destinato alla piena realizzazione dell’autonomia scolastica, all’introduzione dell’insegnamento di una seconda lingua comunitaria nelle scuole medie, all’innalzamento del livello di scolarità e del tasso di successo scolastico, alla formazione del personale della scuola, alla realizzazione di iniziative di formazione post-secondaria non universitaria, allo sviluppo della formazione continua e ricorrente, agli interventi per l’adeguamento dei programmi di studio dei diversi ordini e gradi, ad interventi per la valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del sistema scolastico, alla realizzazione di interventi perequativi in favore delle istituzioni scolastiche tali da consentire, anche mediante integrazione degli organici provinciali, l’incremento dell’offerta formativa, alla realizzazione di interventi integrati, alla copertura della quota nazionale di iniziative cofinanziate con i fondi strutturali dell’Unione europea.”

Integrato per l’altro dal DL ISTRUZIONE Carrozza del seguente 1 bis:

“A decorrere dall’anno scolastico 2013/2014 parte del Fondo di cui al comma 1 e’ espressamente destinata al finanziamento di progetti volti alla costituzione o all’aggiornamento, presso le istituzioni scolastiche statali, di laboratori scientifico-tecnologici che utilizzano materiali innovativi, necessari a connotare l’attivita’ didattica laboratoriale secondo parametri di alta professionalita’. Il Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca individua con proprio decreto la tipologia di laboratori e i materiali per i quali e’ possibile presentare proposte di progetto finanziate con la parte di Fondo di cui al comma 1, individuata ai sensi del primo periodo.”

La 440/97 è dunque una legge importantissima per le nostre scuole, confluita dal 2010 nel cosidetto “Capitolone” introdotto con la finanziaria 296/2006 art. 1 comma 601 e DM n. 21/2007che accorpa tutti i capitoli di spesa scolastici in un unico fondo. Da questo fondo dipende la capacità progettuale e l’offerta formativa di ogni scuola.

Il budget destinato alle scuole dalla ex 440 è stato sempre più tagliato ed utilizzato dal MIUR per finalità diverse dal miglioramento dell’offerta formativa: dai 345.6 milioni di euro del 1999 ai 78 milioni del 2013, utilizzati poi per 39 milioni per recuperare le posizioni economiche ATA e per 20 milioni per gli esuberi ex LSU, riducendosi a 19 milioni del 2014.

Per il 2012 secondo l’Flc- Cgil sono state stanziate cifre tali da far ricevere a ciascuna scuola circa 1000 euro, pari in media a 1,40 euro a studente.

Ora con questo taglio di 30 milioni il fondo 440/97 secondo i nostri calcoli potrebbe essersi definitivamente azzerato.

 

Che senso ha creare un fondo su “La Buona Scuola” e poi azzerare il fondo 440/97?

La restrizione e l’azzeramento del Fondo 440/97 cambia notevolmente il concetto di autonomia scolastica.

Il MIUR, interpellato su nostra iniziativa per fornire chiarimenti in merito alla questione, rassicura che all’interno del maxi fondo “Buona Scuola” di cui all’art.3 della nuova stabilità (non si sa secondo quali calcoli, visto che i nuovi fondi bastano a malapena per le assunzioni) sarebbero previsti anche finanziamenti per i diversi capitoli di spesa citati nell’art.1 della 440/97, distribuiti non a pioggia alle scuole, ma sulla base di un bando progettuale, procedura già sperimentata con i fondi erogati lo scorso anno dal DL ISTRUZIONE Carrozza.

Che senso politico, economico o giuridico potrebbe avere l’eliminare un fondo per finanziare le stesse azioni tramite un altro (sempre ammettendo che le risorse in campo bastino)?

Questa scelta di fatto annulla e modifica radicalmente l’idea di autonomia scolastica, privando le scuole degli strumenti per l’autonomia finanziaria nella scrittura del proprio Piano dell’Offerta Formativa. Le scuole non riceveranno fondi diretti sui quali impostare una programmazione, ma dovranno sviluppare una progettazione sulla base dei bandi tematici nazionali, integrando le restanti attività attraverso i finanziamenti provenienti dai contributi finanziari delle famiglie o dai contributi di enti privati.

Negli ultimi anni a causa dei tagli sulla ex 440 la contribuzione volantaria delle famiglie, troppo spesso imposta come una tassazione obbligatoria, è aumentata, raggiungendo il 33% sul bilancio totale delle scuole.

L’annullamento della 440, corrispondente con il disegno appena esplicitato di annullamento dell’autonomia finanziaria, risponde ad un principio di efficienza che mette seriamente in discussione la sostemibilità economica delle scuole secondarie di secondo grado e nei fatti già applica le ricette della Buona Scuola si Renzi: ricercare investimenti fuori dal pubblico, intendere la sostenibilità della scuola come una responsabilità di cui si devono sobbarcare le famiglie attraverso una tassazione sempre più alta, o peggio, le imprese.

Per noi invece le scuole non possono che ripartire da una vera autonomia scolastica, impossibile da realizzarsi senza le risorse finanziarie adeguate. L’autonomia a cui dobbiamo far riferimento va intesa come mezzo che contribuisca ad un processo di valorizzazione delle diversità interindividuali, inter e intrascolastiche, nonché inter e intraterritoriali, per promuovere la scuola come centro culturale e polivalente del territorio. L’autonomia va intesa come mezzo per raccordare i processi formativi formali alle caratteristiche peculiari individuali e a quelle del contesto socio-cultuarale e territoriale specifico di riferimento. Così intesa, diventa una ottima risposta alla dispersione, all’abbandono scolastico e all’analfabetismo di ritorno: è necessario valorizzare le scuole come spazi sociali aperti anche nelle ore pomeridiane e di pausa festiva.

Negli ultimi anni assistiamo a scuole sempre più chiuse, le nuove generazioni non sanno neppure cosa sia la progettazione studentesca e la possibilità di immaginare progetti di istituto pomeridiani di iniziativa studentesca, si trovano a stento le risorse per i corsi di recupero.

L’autonomia scolastica non può essere vista come la capacità della scuola di farsi imprenditrice di se stessa ed autopromuoversi; non può essere basata sulla ricerca di risorse private, nè sull’ iniquità del contributo volontario; non può tradursi in disuguaglianza per l’impossibilità per la scuola nella provincia di Reggio Calabria di attrarre le risorse garantite da un tessuto industriale al professionale di Marghera.

Autonomia non vuol dire neppure adeguamento didattico alle richieste delle aziende del territorio.

Oggi Renzi sta realizzando la sua “Buona Scuola” ancor prima che questa incominci qualsiasi iter parlamentare ed ancor prima che la consultazione sia conclusa, semplicemente mettendo le scuole di fronte alla propria non autosufficienza economica ed amministrativa, alla ricerca di un modo utile per sopperire alla mancanza di Stato.

Peraltro una “Buona Scuola” che ad oggi ha un fondo ad hoc senza essere stata mai votata, una iniziativa che non si sa ancora quantificare economicamente e finanziariamente in cifra. Il miliardo ottenuto in questa stabilità, dunque, non si sa per cosa servirà o quali interventi riuscirà davvero a coprire, considerando il costo economico delle assunzioni del nuovo organico funzionale.

Ma soprattutto ci chiediamo il senso di far partire una macchina economica di 4 miliardi per un provvedimento in teoria ancora aperto a sconvolgimenti derivanti dalla consultazione. La velocità del Governo Renzi ancora una volta mostra palesemente le ombre di una consultazione farsa.

Eppure la Buona Scuola si sta già realizzando ed ha già una propria rappresentazione economica precisa. Ancora una volta un provvedimento economico modifica radicalmente la nostra idea di scuola e noi non ce ne accorgiamo neppure.

 


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