OCCUPAZIONI, AUTOGESTIONI – PARTECIPA ALLA MOBILITAZIONE! 11/20/12
Una scuola in occupazione, una scuola autogestita o cogestita da studenti e insegnanti è uno spazio liberato : un laboratorio di costruzione di un altra-scuola possibile, un’officina dei saperi liberi. ...
Una scuola in occupazione, una scuola autogestita o cogestita da studenti e insegnanti è uno spazio liberato : un laboratorio di costruzione di un altra-scuola possibile, un’officina dei saperi liberi. Vent’anni di politiche sbagliate e calate dall’alto ci consegnano infatti in eredità una scuola strutturalmente a pezzi: fortemente segnata dall’autoritarismo, attraversata da contenuti e metodi didattici vecchi e inattuali, minacciata da nuovi tagli e da un disegno di legge che vuole di fatto privatizzarla.
Il movimento studesco che sta irrompendo nelle scuole di tutta Italia chiede una radicale inversione di tendenza: il blocco immediato della legge Aprea, il ripristino dei fondi per la scuola pubblica, un piano ad hoc per il diritto allo studio e l’edilizia scolastica. Le studentesse e gli studenti che hanno inondato le piazze del Paese in questi mesi hanno capito però che c’è poco da difendere e tutto da ricostruire: c’è una scuola pubblica da cambiare dal basso, in maniera radicale, qui ed ora.
E’ perciò necessario avviare nelle assemblee di questi giorni, nelle scuole occupate, nelle lezioni autogestite una riflessione seria e sincera sulle pratiche di lotta che, scuola per scuola, si possono mettere in campo per ottenere dei cambiamenti tangibili. Crediamo serva cioè mettere al centro della riflessione anche e soprattutto temi quali la contestazione a modelli didattici autoritari, a sistemi di valutazione repressivi (vedi l’ INVALSI), la critica dell’attuale offerma formativa o, ancora, alla totale antidemocraticità dei luoghi decisionali delle scuole, ad oggi poco rappresentativi delle istanze studentesche.
A governi e ministri che da anni ci ripetono che quella intrapresa “e’ l’unica strada possibile” e che “non ci sono soldi” per fare altrimenti, dobbiamo saper rispondere sperimentando modelli di scuola alternativi all’esistente. Dobbiamo mettere al centro la partecipazione e il protagonismo attivo degli studenti, partire dai disagi che ogni giorno viviamo andando a scuola per riuscire a immaginare e praticare metodi didattici alternativi alla lezione frontale, commissioni formate da un numero pari di studenti e docenti che definiscano il Piano dell’Offerta Formativa, sistemi di valutazione che non facciano del numero il proprio unico e incontestabile parametro.
PARTECIPA ALLA PROTESTA!
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Spunti utili per le autogestioni – scarica il Vademecum per le autogestioni
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