Venerdì in piazza al fianco della Fiom! 10/19/11
Care operaie e cari operai, L’1% ha paura. E’ stato messo sotto accusa da quel mezzo milione di persone che erano in piazza il 15 ottobre per esprimere la propria ...
Care operaie e cari operai,
L’1% ha paura. E’ stato messo sotto accusa da quel mezzo milione di persone che erano in piazza il 15 ottobre per esprimere la propria contrarietà alle politiche neoliberiste di austerity e taglio al welfare, da quel 99% che non ha causato questo debito e che oggi si mette in mobilitazione. E l’unico modo che hanno per cercare di nascondere e continuare a ingannare quel 99% è parlare sempre e soltanto della violenza per diffondere paura. Infatti non si sono fatti attendere i loro provvedimenti repressivi che subito vi hanno colpito duramente e inspiegabilmente utilizzando l’ordine pubblico come uno strumento politico per impedirvi di manifestare contro le politiche di Confindustria e di Marchionne.
Fioccano le proposte di censura e divieto: non parlare, utilizzare il web solo a certe regole, non partecipare, non manifestare. Vogliono distruggere la nostra e la vostra libertà di espressione del dissenso, e far sottostare il dissenso alla concessione da parte degli stessi soggetti che vengono sottoposti a contestazione.
In questi giorni di delirio securitario sembra sia in corso una gara a chi propone la norma più assurda o più fascista. Da Di Pietro che propone, per poi smentire, di reintrodurre la Legge Reale, che tra le altre cose consente alle forze dell’ordine di sparare, alle proposte di Maroni di ieri: DASPO, arresti in flagranza differita, aggravanti per reati comuni commessi durante le manifestazioni e fermi preventiva. Misure che ledono gravemente la libertà personale e il diritto di partecipare attivamente alla vita politica del proprio paese.
Ma la fantasia del ministro degli Interni non si ferma qui e arriva ad immaginare una norma per responsabilizzare gli organizzatori dei cortei: chi vuole organizzare un corteo deve dare garanzie patrimoniali per eventuali danni provocati. Una proposta interessante, siamo curiosi: il costo della caparra varia a secondo del valore degli immobili della zona per la quale passa il corteo oppure è standard? Manifestare in periferia sarà più economico che in centro oppure no? E se si manifesta in aperta campagna? In una società in cui tutto sta diventando “solo per chi se lo può permettere” anche il dissenso diventa un lusso. Chi possiede un patrimonio potrà dimostrare la sua rabbia, per gli altri si apre una duplice strada: tacere oppure rinunciare alla propria autonomia e chiedere a qualcuno di fare da garante. Prepariamoci ad un futuro in cui scenderanno in piazza i milionari e non i precari e gli operai oppure in cui gli studenti avranno lo sponsor per poter manifestare.
Infine, la proposta del Sindaco di Roma Gianni Alemanno che sta colpendo per prima la vostra organizzazione. La disposizione mediante ordinanza per vietare le manifestazioni nel centro della Capitale si tratta di una gravissima violazione dei diritti democratici dei cittadini di Roma e di tutt’Italia. E’ una scelta sconsiderata che alimenta rabbia e tensione sociale.
Utilizzare come pretesto ciò che è successo in piazza il 15 Ottobre, vuol dire da una parte mettere la polvere sotto il tappetto e sfuggire da ogni responsabilità e dall’altra attuare una forma politica di controllo del dissenso da peggiore regime di questo secolo.
Pensiamo che sia indegna la decisione di impedivi di manifestare, di svolgere un corteo. Perciò come studentesse e studenti con ancor maggior forza sentiamo come necessario aderire e sostenere la mobilitazione della Fiom del 21 ottobre.
Le vostre lotte sono anche le nostre perché come studenti, futuri lavoratori, non possiamo accettare che vengano a voi imposte condizioni di lavoro senza dignità basate sullo sfruttamento; perché l’articolo 8 della manovra finanziaria e gli accordi separati condannano il lavoro a uno stato di sempre maggiore precarietà e che condanna la nostra generazione ad una storia senza diritti, tutele e garanzie.
Non possiamo più accettare che “democrazia” voglia dire “potere sul popolo” anziché “potere del popolo”, e per questo c’è bisogno di realizzare la democrazia all’interno dei luoghi di lavoro, delle scuole, delle università e nel Paese.
Troviamo vergognoso che, agitando la retorica populista delle manifestazioni violente, nella città simbolo del potere politico italiano vi sia impedito di manifestare il vostro dissenso, perché ci troviamo di fronte a un’evidente violazione della stessa Carta costituzionale. La libertà di manifestazione non può avere divieti e sono questi ultimi che molto spesso creano tensioni, irrigidimenti. La libertà di dissenso non può essere vietata. La crisi morde davvero le nostre vite.
Insieme a voi, operaie e operai, abbiamo costruito una risposta lo scorso Autunno capace di creare un nuovo clima nel Paese, di comprensione del profondo peso delle ingiustizie che viviamo e a cui ci vogliono condannare. Ripartiamo da qui, da quella forza di creare conflitto e di parlare al Paese, di vincere i referendum con 27 milioni di italiani e rifiutare i diktat di Marchionne, le riforme della Gelmini, le politiche della Bce con la complicità di questo Governo.
Questo venerdì saremo in piazza al vostro fianco, per gridare con forza il dissenso a un sistema economico mondiale criminale, a una politica che nasconde dietro alla richiesta di sicurezza le proprie mire a rendere lo Stato sempre meno un luogo di democrazia, diritti e sempre più un dispositivo repressivo e securitario utile controllare, e non tutelare i cittadini, in nome della finanza mondiale. Non ci stiamo e non ci fermeranno nemmeno questa volta. Siamo il 99% e scenderemo in piazza insieme a voi il 21 ottobre.
Le studentesse e gli studenti della Rete della Conoscenza
Share
- digg
- technorati
- delicious
- stumbleupon
- myspace
You can leave a response, or trackback from your own site.
Leave A Reply