Studenti ancora in piazza: no alla repressione 11/04/11
Tante sono le iniziative, tutte collegate tra loro in diretta via twitter. A Milano gli studenti partiti da Piazza Cairoli hanno raggiunto il corteo dei metalmeccanici FIOM in sciopero, a Torino, ...
Tante sono le iniziative, tutte collegate tra loro in diretta via twitter. A Milano gli studenti partiti da Piazza Cairoli hanno raggiunto il corteo dei metalmeccanici FIOM in sciopero, a Torino, in una città blindata, la polizia ha sbarrato molte strade del percorso con i blindati, nonostante ciò gli studenti sono arrivati prima sotto l’assessorato al diritto allo studio, dove si stava svolgendo una conferenza regionale per il diritto allo studio. A Napoli in oltre 7000 hanno raggiunto la sede del Consiglio Regionale per protestare contro i tagli ulteriori al diritto allo studio. A Bari un presidio permanente nei pressi della Banca d’Italia, in cui da ore gli studenti si confrontano, elaborano proposte su come uscire dalla crisi e non pagare il debito. A Salerno 1500 studenti in presidio sotto la provincia chiedono che sia garantito il diritto alla mobilità. In molte città flash mob con studenti vestiti da militari dell’esercito intenti a distruggere l’istruzione pubblica. Uno degli slogan più gettonati negli striscioni era “più soldi agli studenti, meno soldi agli armamenti”. Molte saranno le iniziative pomeridiane, a partire dal corteo che attraverserà nel pomeriggio le strade di Genova.
Dopo i vergognosi fatti di ieri in piazza a Roma, gli studenti tornano in piazza in oltre 30 città d’Italia: cortei, presidi, occupazioni promosse dalla Rete della Conoscenza. Il miglior modo per rispondere alla repressione è riprendersi le strade. Lo facciamo oggi giorno dedicato alla festa delle forze armate, proprio perchè per noi studentesse e studenti non c’è niente da festeggiare. Il governo italiano investe 28 miliardi di euro all’anno in spese militari, quando basterebbero 350 milioni per poter garantire a tutti gli studenti idonei la borsa di studio. Ha speso 13 miliardi per l’acquisto di caccia F-35 mentre tagliava 1,5 miliardi ai finanziamenti all’università mettendo gli atenei in ginocchio. Ha finanziato nel 2011 con 700 milioni la missione militare in Afghanistan mentre riduceva del 95% il fondo per il diritto allo studio portandolo dai 246 milioni del 2009 ai 13 milioni del 2012.
Questi sono alcuni dei numeri che mettono bene in evidenza quali sono le priorità di chi ci governa: semplicemente, finanziare la guerra e tagliare la formazione. In questo modo si sceglie di privare centinaia di migliaia di studenti del diritto di poter accedere ad una formazione di qualità. indipendentemente dalla loro condizione economica, violando l’art. 34 della Costituzione, che sancisce il diritto all’istruzione per tutti, e di fare dell’Italia un paese in guerra, violando l’art.11 della Costituzione, in cui si esplicita il ripudio della guerra, anche e soprattutto come mezzo di risoluzione delle controversie tra stati.
Oggi noi scegliamo di fare della giornata del 4 novembre una giornata di mobilitazione nazionale. 30 città in mobilitazione per chiedere al governo di tagliare le spese militari, di rispettare la Costituzione, di ritirare le missioni di guerra e di aprire una fase di rifinanziamento della scuole e dell’università italiana. Oggi siamo noi la vera forza di questo paese: una forza formata da centinaia di migliaia di studentesse e studenti che chiedono e lottano ogni giorno per il cambiamento. Contro una crisi prodotta dall’1% della popolazione mondiale, noi, il 99%, rispondiamo con la pratica quotidiana di un’altra scuola, di un’altra università, di un’altra società.
“E’ una risposta straordinaria a chi ci vorrebbe fermi, a chi ci vorrebbe inerti, a chi prova a reprimerci” – dichiara Claudio Riccio, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza. “Mentre giunge a conclusione il G20 diamo una risposta che da scuole e università guarda al mondo intero. Non vogliamo solo salvare scuole e università dai tagli – dichiara Mariano di Palma, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – ma dare un futuro a noi e alla nostra generazione. Per questo torneremo in piazza il 17 novembre, in una grande giornata: la giornata di mobilitazione internazionale degli studenti, rilanciata anche da Occupy Wall Street e che coinvolgerà tutte le città d’Italia, molti stati Europei e Sud Americani, e gli Stati Uniti d’America. Uniti per un cambiamento globale a partire dalle scuole e le università.”
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