Servizio Nazionale di Valutazione: sempre più INVALSI, sempre meno risorse, sempre meno ascolto. 08/25/12
Parte il conto alla rovescia per l’inizio della scuola e come ogni anno, al rientro, non mancano le spiacevoli sorprese. Il consiglio dei ministri, riunitosi ieri a Palazzo Chigi, ha ...
Parte il conto alla rovescia per l’inizio della scuola e come ogni anno, al rientro, non mancano le spiacevoli sorprese. Il consiglio dei ministri, riunitosi ieri a Palazzo Chigi, ha infatti approvato con un DPR l’istituzione e la regolamentazione del Servizio Nazionale per la Valutazione delle scuole pubbliche e paritarie, sulla falsariga di quanto già predisposto nel 2011 dalla Gelmini; i ministri danno mandato di lavoro all’INVALSI, all’INDIRE e ad un corpo ispettivo per attivare un processo di miglioramento del servizio pubblico d’istruzione, il tutto “senza ulteriori oneri per la finanza publica” e a scuole chiuse.
Se il ministro Profumo si compiace dei risultati ottenuti ed osanna al “merito che sale in cattedra” noi ci ritroviamo costretti a constatare l’ennesima vittoria della cultura del non ascolto, l’ennesimo tentativo d’imporre un’idea di scuola distorta e lontana da quella che da anni migliaia di studentesse e studenti rivendicano, nelle più svariate forme. Dalle mobilitazioni dello scorso anno contro i test INVALSI, rimaste evidentemente inascolastate, fino alle già preannunciate date studentesche d’ottobre forte è stata e sarà la denuncia degli studenti contro le “riforme” della scuola calate dall’alto, che puntano a dismettere la scuola per tutti senza alcun percorso di condivisione reale con le associazioni e la società civile. “Il Servizio Nazionale di Valutazione non è un’organo di ricerca indipendente e non crediamo alla favola che la cultura della valutazione che esso mira a costruire nel Paese non sia premiale e punitiva. – afferma Carmen Guarino, responsabile didattica e valutazione dell’Unione degli Studenti- Il SNV è infatti composto da enti palesemente sottoposti al controllo politico del MIUR ed è figlio di sperimentazioni discutibili di valutazione, basti pensare al progetto Valorizza che voleva premiare gli insegnanti su base reputazionale o a Vales che prometteva premi in denaro alle scuole meritevoli, o ancora più semplicemente agli effetti disastrosi che la somministrazione coatta dei test INVALSI comporta sulla didattica nelle scuole. Non ci rimane che essere preoccupati dal tipo di parametri valutativi che questi individueranno. ”
Il nuovo regolamento inoltre, bypassando la pur più volte citata cautela di chi sperimenta e non impone soluzioni, estende e potenza il sistema di valutazione censuaria tramite test promosso dall’INVALSI: il MIUR ignora le proteste e le ricerche internazionali che accusano questo di parzialità e pericolosità, per studenti e insegnati intanto si fa concreto il rischio di ritrovarsi i test all’ultimo anno di superiori, come vera e propria prova d’esame. “Concepiamo la valutazione come un processo basato sulla consapevolezza e la reciprocità di chi valuta e di chi è valutato, un processo di analisi della situazione piuttosto che lo schizofrenico scattare foto sfocate ad una scuola che, volendo fare un po’ di vera autovalutazione ed autocritica, è innanzitutto sfiancata dall’assenza di risorse. La vera sfida per il Paese è fare inversione di rotta e investire in una scuola veramente pubblica e di qualità, finanziando una legge nazionale per il diritto allo studio e puntando ad allargare gli spazi di partecipazione piuttosto che potenziando una valutazione-controllo che silenziosamente, facendosi scudo di una falsa oggettività, stravolge la scuola”.
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