Come saprete l’11 settembre è ricominciata la scuola per molti studenti. Per noi ragazzi di Voghera, con il nuovo anno scolastico 2014-15 sono insorti nuovi e numerosi problemi mai presentatisi prima. Parliamo del caso dell’Istituto Tecnico Agrario “Carlo Gallini” di cui chi scrive è fiero studente da ormai 5 anni, durante i quali situazioni come queste non si sono mai verificate. Il “Gallini” è una delle sei scuole del pavese ad aver rifiutato l’invito della Provincia ad uniformarsi alla cosiddetta “settimana corta” ovvero cinque giorni di lezione fino alle 14 con il sabato libero, decisione presa non per scelta ma per obbligo poiché trattandosi di un Istituto agrario con convitto annesso, per ragioni amministrative ed organizzative, questa tipologia di orario non è in alcun modo praticabile.
Il caso è l’unico della città, perciò come spesso accade, si vengono a creare disguidi e difficoltà: mi riferisco ai mezzi di trasporto, che adeguati dalla Provincia agli orari delle scuole con i soli 5 giorni di lezione, hanno letteralmente abbandonato quanti terminano la giornata prima, facendone 6. I ragazzi sono quindi costretti ad aspettare l’arrivo delle corriere in città per più di un’ora, dalle 13.30 fino alle 14.40, tempo che certamente viene sprecato considerato che è sottratto allo studio, ma anche al pranzo, che non può essere consumato.
Questo è accaduto perché la Provincia, dovendo effettuare dei tagli sulle linee, ha deciso di eliminare la corsa delle 13.45. Il risultato? Studenti stanchi, che arrivano a casa alle 16 di pomeriggio senza aver pranzato, con i compiti da fare e le materie da studiare, dopo aver sprecato un’ora di tempo gironzolando senza meta perché bloccati in città. Parliamo di quasi 500 ragazzi che ogni giorno si impegnano a raggiungere la scuola da fuori Voghera: provengono per la maggior parte dal Pavese ma pensate che alcuni arrivano da città come Savona o Como.
La Dirigenza dell’Istituto ha inoltre modificato gli orari delle lezioni, posticipandone il termine per avvicinarlo all’arrivo del mezzo di trasporto; si è però resa disponibile a variare nuovamente l’ora di uscita da scuola nel caso la Provincia intervenisse in merito.
Questi sono i fatti, adesso passiamo alle azioni concrete. Quella che all’inizio poteva sembrare una semplice “richiesta” alla Provincia, adesso si è tramutata in una vera e propria guerra. Grazie a ripetute pressioni siamo riusciti ad ottenere il ripristino di tutte le linee del sabato, sia per la mattina che per il pomeriggio, ci riserviamo però di confermare quanto detto una volta che uno dei nostri ragazzi avrà materialmente usufruito di questo servizio arrivando a casa propria sano e salvo. La risposta delle amministrazioni provinciali a questo problema è stata: “le scuole erano state avvisate e avrebbero dovuto adeguarsi”, ma noi ci chiediamo se non siamo studenti come tutti gli altri, non abbiamo anche noi il diritto allo studio?
Abbiamo immediatamente attivato una raccolta di firme da presentare a chi di dovere e siamo a quota 600. Ci è stato detto che per le altre scuole, che terminano le lezioni alle 14, si è resa necessaria l’esigenza di programmare un puntuale servizio mezzi, e per noi? Noi non abbiamo l’esigenza di tornare a casa ad un orario dignitoso? Evidentemente no, in quanto questo lunedì mattina era stato fissato un incontro con l’Assessore ai trasporti, il Dott. Paolo Gramigna, che però non ha voluto ricevere i genitori ed i sindaci delle città accorsi per confrontarsi e risolvere il problema.
Ad oggi ancora non sapremo come andranno le cose, certo è che non ci arrenderemo e continueremo a combattere uniti per i nostri diritti.