TRIESTE: buttati fuori dalle scuole, ci riprendiamo la città! 10/25/11
IL COMUNICATO DA TRIESTE. VOGLIONO FERMARE IL MOVIMENTO STUDENTESCO. NON CI RIUSCIRANNO. Gli studenti, dopo la giornata partecipata del 7 ottobre, dopo aver autorganizzato pullman diretti a Roma per ...
IL COMUNICATO DA TRIESTE. VOGLIONO FERMARE IL MOVIMENTO STUDENTESCO. NON CI RIUSCIRANNO.
Gli studenti, dopo la giornata partecipata del 7 ottobre, dopo aver autorganizzato pullman diretti a Roma per la giornata internazionale di protesta del 15 ottobre contro la dittatura della finanza, hanno deciso di continuare a manifestare occupando le scuole della città. Un mese di assemblee di centinaia e centinaia di studenti coordinate tra i vari istituti, assemblee interne ad ogni scuola, in cui gli studenti hanno producono documenti e piattaforme rivendicative. Gli studenti sono decisi: occupare le scuole per creare spazi di partecipazione e democrazia reale, per contestare ancora una volta la situazione critica della scuola, che si vede inserita in un contesto di privatizzazioni di beni e tagli ai diritti globale.
Occupare le scuole per sbloccare la città. Ma la città questa notte non era solo bloccata: era stata trasformata in una caserma militare a cielo aperto. Ronde di polizia a partire da notte fonda (intorno all’1!!) che sono durate fino a tarda mattinata. Tutta la città, ed in particolare le zone circostanti le scuole erano presidiate, sorvegliate, quasi blindate. Torce, volanti, divise: questo era lo scenario che ci si è presentato davanti agli occhi.
Abbiamo deciso allora a maggior ragione, indignati dell’uso improprio del controllo, e del clima di repressione, di prenderci gli spazi che ci spettano e di rendere veramente nostre le scuole, mettere in pratica e comunicare con tutti i contenuti delle nostre assemblee: dimostrare che noi studenti non sopportiamo più la situazione in cui viene ridotta la scuola e che soprattutto siamo parte di quel 99% che era in piazza il 15 ottobre, quel 99% che non decide più niente del suo presente e tantomeno del suo futuro, che è soggetta a quell’1% di manager e banchieri che decidono sul destino di tutti. E che ora dice basta.
Abbiamo provato a entrare in 12 scuole su 17. Ora, 13.00 solamente una scuola, liceo scientifico di lingua slovena Preseren è ancora occupata. Siamo stati sgomberati tutti, dopo una mattina di resistenza. Siamo stati sgomberati con la forza. Un intervento da parte della polizia, digos e perfino dei pompieri mirato in ogni singola scuola ha costretto gli studenti ad uscire o tornare in classe. Ci siamo trovati davanti ad una vera e propria repressione, in linea con le scelte politiche del nostro governo prese ormai da decenni, una repressione che ancor più si è scatenata nelle ultime settimane, usando strumentalmente come pretesto i fatti accaduti a Roma il 15 ottobre.
Il liceo scientifico Oberdan è stato quello sgomberato per primo: sono state rotte le catene poste dagli studenti, ed è stata forzata la porta principale. Lo stesso è stato fatto al liceo scientifico Galilei, all’istituto Max Fabiani, all’istituto professionale di elettrotecnica Galvani, agli istituti professionali Da Vinci e Sandrinelli e al liceo classico Petrarca dove gli studenti sono riusciti a resistere per qualche ora in più serrati all’ultimo piano della scuola. Nell’istituto nautico gli studenti sono stati perfino costretti a pulire la scuola nonostante ci fossero stati dentro solo poche ore. Il liceo artistico Nordio, il liceo classico Dante e il liceo sociopsicopedagocico Carducci hanno provato a occupare partendo da un’assemblea straordinaria ma sono stati costretti, come tutti gli altri istituti, a limitarsi ad autogestire le scuole
Questo intervento repressivo è stato voluto anche dai dirigenti scolastici che già l’altro anno si sono dimostrati contrari alla protesta e che quest’anno, nella settimana precedente, hanno chiamato polizia e digos davanti alle scuole per “controllare” la situazione.
Ci hanno buttato fuori dalle scuole, ma siamo decisi a rilanciare con forza le nostre rivendicazioni ed a continuare la mobilitazione: questo sistema internazionale è in crisi e siamo convinti che sia giunto il momento di riappropriarci dei nostri beni e dei nostri diritti, che troppe volte ci sono stati portati via, a partire dalla conoscenza. Siamo decisi a continuare la nostra protesta e a non fermarci: all’assemblea di tutti gli studenti delle scuole, lanciata per questo pomeriggio, decideremo assieme come muoverci!!
Ci hanno buttato fuori dalle scuole: ora noi ci prendiamo tutta la città!
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