Caro scuola: nuovi aumenti su libri e corredo scolastico 08/21/13
Gli effetti di anni e anni di regali alle case editrici e di precise scelte politiche si mostrano ancora una volta agli occhi di tutti. Le lobby degli editori continuano ...
Gli effetti di anni e anni di regali alle case editrici e di precise scelte politiche si mostrano ancora una volta agli occhi di tutti. Le lobby degli editori continuano a speculare sulla pelle delle studentesse e degli studenti.
Codacons e Federconsumatori, come ogni anno, rilevano nuovi aumenti sui libri di testo (+5%) e sul corredo scolastico (+3,5%).
Nella giungla di decreti e leggi, per capire alcune delle ragioni di questo nuovo aumento, bisogna partire dalla circolare n.378 di gennaio dove si specificava, alla fine del documento, che i tetti di spesa avrebbero subito “aumenti contenuti entro il tasso di inflazione”. Ecco che allora nel decreto 579 del 02/07/2013, al fine di salvaguardare i diritti patrimoniali degli autori e degli editori, incrementando i prezzi di copertina in misura pari al tasso di inflazione programmata, l’asticella è schizzata dell’1,5%. L’aumento sui libri prospettato dal Codacons non si riferisce unicamente al prezzo di copertina di un libro, ma al carico di spesa complessivo comprendente dunque libri obbligatori, consigliati (che dovrebbero essere senza vincolo di acquisto ma che nei fatti non lo sono) e vocabolari. Un aumento che nega tutte le prospettive di contenimento della spesa delineate dal MIUR.
Le famiglie del paese si preparino dunque ad una nuova stangata. A complicare ulteriormente il quadro si inserisce il processo avviato per la digitalizzazione dei libri di testo. Infatti, nel decreto firmato a marzo dall’ex Ministro Profumo, si diceva che dal prossimi anno solamente alcune classi avrebbero dovuto adottare libri in versione digitale o mista. Ciò vuol dire che c’è il rischio che ci siano, ancor di più dal 2014/2015, ulteriori spese per gli studenti che dovranno rinnovare completamente il corredo scolastico. Dal 2011 ogni Collegio dei Docenti è obbligato ad adottare libri utilizzabili nelle versioni online scaricabili da internet o mista, ma non si è mai fatto fronte ai problemi di fondo, ossia il digital divide, la formazione del corpo docente e i costi dei tablet, obbligatori per consultare la versione digitale e i contenuti extra di un libro. A chi dovrebbero ricadere questi costi? Saranno colpite le famiglie o lo Stato investirà sul serio per far fronte alle gravi mancanze della situazione attuale e garantire il diritto allo studio di tutte e tutti? Inoltre dalla circolare n.378 di gennaio dal 2014 cadrà il blocco (sei anni per le scuole secondarie di I e II grado e cinque per le primarie) sulle adozioni dei testi scolastici, dando la possibilità agli insegnanti di cambiarli ogni anno. Insomma viene ribadito quanto era contenuto nell’articolo 11 della legge n.221/2012 «Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese», che cancellava l’articolo 5 del decreto legge n.137/2008, convertito dalla Legge n.169/2008, che diceva queste parole abbastanza chiare: “i competenti organi scolastici adottano libri di testo in relazione ai quali l’editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto nel quinquennio, salvo le appendici di aggiornamento eventualmente necessarie da rendere separatamente disponibili”.
Da una parte dunque il Ministero tenta di contenere i prezzi attraverso i mai rispettati tetti di spesa (che in teoria dall’anno prossimo dovranno scendere del 30% nel caso in cui l’intera dotazione libraria sia composta esclusivamente da libri in versione digitale e del 20% nel resto dei casi), dall’altra si impegna anno dopo anno a favorire le speculazioni delle case editrici.
È inaccettabile che si prosegua su questa via e non possiamo permettere che si continuino ad ergere nuove barriere di accesso ai saperi. Pensiamo che si debba ripartire dagli investimenti, dal comodato d’uso per i libri di testo e da una Legge Quadro nazionale sul diritto allo studio.
Noi dal basso organizziamo ogni anno decine e decine di mercatini del libro usato per far fronte al caro libri. Non è solo un servizio mutualistico, ma è anche una denuncia delle inefficienze del nostro sistema di diritto allo studio sempre meno finanziato e dunque sempre più escludente.
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