ESAME DI MATURITA’ – Più spazio alle competenze e meno al nozionismo 09/16/14
Da anni noi studenti riteniamo necessaria una revisione dell’esame di maturità. Non si può, infatti, valutare un ciclo di studi sulla base di una prestazione singola, che fa accumulare agli ...
Da anni noi studenti riteniamo necessaria una revisione dell’esame di maturità. Non si può, infatti, valutare un ciclo di studi sulla base di una prestazione singola, che fa accumulare agli studenti ansia e stress inutilmente, ma è necessaria una valutazione più processuale. La revisione secondo noi dovrebbe vedere ridotte le prove ed in particolare modificare radicalmente la terza prova, presentata come uno stress-test in cui bisogna ordinare e sintetizzare un anno di nozioni in pochissimo tempo. La maturità dovrebbe essere un momento in cui non si valutano le conoscenze acquisite nel corso dell’anno, ma le competenze e le capacità che il percorso di studi ha saputo stimolare negli studenti: le competenze critiche, il saper fare, la capacità di costruire approfondimenti e percorsi personalizzati, di presentare elaborati, di imparare ad imparare in modo autonomo, di valorizzare le personali attitudini in modo originale.
Per fare ciò si dovrebbe invertire la tendenza e dare meno centralità al nozionismo, peraltro già presente nelle valutazioni in itinere dell’anno scolastico, e maggiormente alla costruzione di un momento che sia summa della capacità di utilizzare le conoscenze per affrontare le situazioni. Più centralità all’elaborato studentesco e meno alle nozioni. Basta “percorsi” rattoppati a fatica per collegare nozioni studiate durante l’anno nelle diverse materie, diamo spazio alla ricerca, ad approfondimenti, all’esame critico, alla progettazione, al mettersi in gioco!
Uno studente può considerarsi maturo solo se ha consapevolezza di sè, dei propri punti di debolezza e di forza, ed è in grado di valorizzarli in modo originale, di analizzare criticamente il mondo e la realtà, di trarre in modo autonomo informazioni da molteplici canali accademici e non e di riordinarle, di analizzare quanto appreso in modo critico, originale e personalizzato e svilupparlo in una proposta analitica o pratica.
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