Battaglia ai diplomifici: 4 scuole private lombarde chiuse dal Ministero per il mancato rispetto di tante direttive 02/24/16
di Valentina Santarpia, articolo pubblicato sul Corriere della Sera. Studenti fantasma, calendari scolastici inventati di sana pianta, registri taroccati, trasferimenti sospetti, gestione degli scrutini a dir poco disinvolta, esami e ...
di Valentina Santarpia, articolo pubblicato sul Corriere della Sera.
Studenti fantasma, calendari scolastici inventati di sana pianta, registri taroccati, trasferimenti sospetti, gestione degli scrutini a dir poco disinvolta, esami e iscrizioni totalmente fuori legge. Ecco solo alcuni dei dettagli inquietanti che emergono dai verbali degli ispettori del ministero dell’Istruzione, che negli ultimi giorni hanno revocato l’autorizzazione a quattro «diplomifici» in Lombardia: si tratta dell’istituto paritario di via Cadorna e quello di via Cagnola a Milano- dove erano ubicati un liceo scientifico, un istituto tecnico economico e un istituto tecnico tecnologico- di quello di via Franchi Maggi di Pavia, dell’istituto di via Canova a Como. Era intitolata a Leonardo da Vinci la società che li gestiva: peccato che del grande scienziato non avesse né l’ingegno né il talento, visto che le scuole, mascherandosi da istituti privati col riconoscimento statale, erano di fatto delle strutture truffaldine che elargivano diplomi di maturità in cambio di congrui pagamenti. E i funzionari del ministero, sguinzagliati da mesi per scovare le paritarie illegali, se ne sono accorti subito, decretandone la chiusura a partire dal prossimo anno scolastico, quindi da settembre 2016. Intanto i ragazzi potranno terminare l’anno in corso.
La campagna anti-diplomifici
È solo il primo passaggio di un’operazione iniziata a ottobre: dopo la revoca della parità scolastica a 26 istituti negli ultimi cinque anni, il Miur è partito alla caccia delle scuole dove è troppo facile avere un diploma, e lo ha fatto per la prima volta individuando un criterio, ovvero mettendo nel mirino le scuole che presentano un boom di iscrizioni nel quinto anno. Si tratta di 200-300 istituti in tutta Italia, soprattutto in Basilicata, Campania, Marche, Abruzzo, dove il numero di studenti è schizzato all’insù solo nell’ultimo anno di corso, a ridosso dell’esame di Stato, quando ai genitori basta firmare un assegno per compensare gli anni da scansafatiche dei propri figli. Le prime scuole sono state chiuse in Lombardia, ma in realtà nelle prossime settimane sono previsti nuovi blitz in diverse regioni d’Italia. E c’è anche chi agisce d’anticipo: una scuola si è autosospesa, dopo aver saputo dei controlli, per evitare di essere chiusa d’arbitrio dal Miur.
Le «idonee misure» per giustificare le falle
Gli studenti delle scuole paritarie sono 113 mila in tutta Italia, il 4,31% dei 2 milioni e mezzo di studenti delle statali che frequentano 1652 istituti. Per poter avere le autorizzazioni e rilasciare certificazioni valide, queste scuole sono tenute a rispettare rigorosamente i dettami ministeriali. E invece le scuole lombarde pizzicate avevano una gestione totalmente autonoma delle pratiche: gli studenti non rispettavano né la frequenza delle lezioni, né il monte orario, e molto spesso le aule erano completamente deserte, anche se dai registri risultavano tutti presenti. I docenti in alcuni casi, come a Pavia, non erano neanche abilitati, e la gestione amministrativa era talmente improbabile che le segreterie ricorrevano ad una formula, le «idonee misure», per giustificare il passaggio degli studenti da un istituto o da un indirizzo all’altro. Peccato che le idonee misure non esistano nella legislazione vigente.
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