Dopo mesi di vertenze e ricorsi l’Organo di Garanzia Regionale ha dichiarato illegittima la sanzione emessa al Liceo Salvemini di Bari ai danni del Rappresentante d’Istituto Nicolò Ceci a seguito dell’occupazione studentesca. L’Organo di Garanzia ha definito infatti gli 8 giorni di sospensione dello studente come una sanzione “difforme dalle statuizioni del DPR n. 235/07” (Statuto delle studentesse e degli studenti), smontando l’edificio di potere assoluto che la Dirigente aveva iniziato a costruire, proseguendo, anche nei mesi successivi, nella repressione di qualsiasi atto di dissenso o di protesta.
Sospensione decisa dalla dirigente scolastica e totalmente in linea con la sua idea di gestione della scuola già emersa dai primi giorni del suo arrivo al Liceo Salvemini. Dal tentativo di eliminare il collettivo scolastico, luogo di ritrovo e di partecipazione di tantissimi studenti che si ritrovavano a scuola anche dopo l’orario delle lezioni, al tentativo di inserire nel Regolamento d’Istituto la dicitura “a scuola è vietato parlare di politica”. L’ultimo anno però è stato quello peggiore, iniziato con un intervento agli altoparlanti della scuola, a due giorni dalle elezioni studentesche, che avrebbero poi riconfermato per il terzo anno il rappresentante in questione, in cui lei ha provato a denigrarlo e stigmatizzarlo come “fondamentalista islamico”. Non contenta poi, per dimostrare ancor di più le sue grandi doti di rappresentante delle istituzioni scolastiche,che in quanto tale dovrebbe avere la capacità di mantenere un clima sereno, di cooperazione e crescita all’interno della scuola, qualche mese più tardi, quando nelle scuole baresi ha iniziato ha iniziato a discutersi della possibilità di occupare, ha pensato di urlare dagli stessi altoparlanti “Ora inizia il regime!” convocando un collegio dei docenti d’urgenza e lasciando le classi di tutti gli anni scoperte oltre che incredule e terrorizzate. Non si è fermata però solo alle minacce e, quando si è ritrovata la scuola occupata, ha deciso, senza neanche provare ad avere un confronto, di chiedere alla polizia di intervenire per aprire le porte e sgomberare la scuola, denunciando e sospendendo i ragazzi riconosciuti e urlando accuse fuori dal mondo. E’ stato il via libera per lei e soprattutto per i docenti -dato che lei dal giorno dopo si è data malata- per distruggere definitivamente la comunità studentesca isolando e puntando il dito contro i traditori della patria, attraverso una conferenza stampa -alla quale nessuno degli studenti coinvolti era stato invitato- mettendo degli studenti davanti alle telecamere per difendere “la giustizia e la legalità” messe in atto dalla dirigente. Si è creato un clima di terrore all’interno della scuola, nelle cui classi si è provato a portare avanti “processi” contro i singoli studenti, anche attraverso delle petizioni protocollate dalla scuola per chiedere agli studenti di destituire il rappresentante d’istituto – che, nonostante il clima, trovarono ben poco consenso nelle classi. La ciliegina sulla torta è stato non permettere al rappresentante di partecipare al Consiglio d’Istituto, appellandosi a un’idea di legalità e di democrazia ben lontane dalla realtà dato che in quello spazio lui era stato democraticamente eletto e avrebbe dovuto rappresentare la componente studentesca.
Possiamo definire quindi questa una vittoria storica, e non solo per la contingenza o l’avvenimento in sé: il modello di preside che stava prendendo piede al Salvemini ricalca esattamente quello del preside-manager contenuto nella Buona Scuola, e con questa vertenza abbiamo dimostrato che la democrazia e i diritti possono effetivamente vincere la repressione, i personalismi, le smanie di potere di determinati dirigenti e il servilismo di alcuni docenti.
Con la nota dell’Organo di Garanzia non solo si è fatta giustizia, impedendo di arreccare alla carriera scolastica di Nicolò un danno irreparabile, ma si è costituito un precedente importante a favore di tutti coloro che hanno subito provvedimenti ingiusti e illegittimi.
Questa è la vittoria di migliaia di studenti che quest’anno hanno portato avanti le loro lotte e a quelli che hanno subito atti di repressione: tali atteggiamenti non devono e non possono vincere sui diritti e sul protagonismo studentesco. E’ proprio grazie alle conquiste storiche dell’Unione degli Studenti, come quella dello statuto dei diritti delle studentesse e degli studenti, che si è ottenuto questo risultato. Questo è il simbolo della resistenza che già sta iniziando contro la Buona Scuola, una riforma autoritaria e antidemocratica che ci stanno imponendo.
UNIONE DEGLI STUDENTI

Retro lettera Organo di Garanzia
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