OTTO ORE DI LAVORO, OTTO DI SVAGO, OTTO PER DORMIRE
Il primo maggio e le lotte dei lavoratori
Il primo maggio festa internazionale dei lavoratori, è nata, cresciuta e radicata come giornata in cui i lavoratori di tutto il mondo potessero condividere alcune rivendicazioni, solidarizzando nella lotta partendo proprio da comuni condizioni di disagio ed esclusione.
La prima rivendicazione condivisa nel 1866 dalla Prima internazionale (Associazione internazionale dei lavoratori) fu “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”.
In quell’anno si ebbe per la prima volta l’input per delle dure lotte per la riduzione dell’orario di lavoro, il movimento fu forte soprattutto negli Stati Uniti d’America, dove per primo lo stato dell’Illinois promulgò una legge sulla riduzione dell’orario lavorativo, legge che sarebbe entrata in vigore il primo maggio del 1867, dove per l’occasione a Chicago fu organizzata una grandissima mobilitazione operaia.
Nel 1884 però la Federation of orgnized Trades and Labour Unions fissò il primo Maggio 1886 come data limite per una realizzazione formale e sostanziale della riduzione della giornata lavorativa, se in quella data ciò non fosse avvenuto, gli operai statunitensi si sarebbero rifiutati di lavorare oltre le otto ore giornaliere.
Il primo maggio dell’86 viene ancor ricordata come la “giornata dei martiri di Chicago”, perché alle dure manifestazioni e iniziative di protesta operaie seguirono durissime repressioni nel sangue da parte dei governi; il primo maggio cominciava a divenire la data simbolo delle battaglie dei lavoratori contro il potere usurpatore ed oppressivo dei padroni. Di fatti il congresso costitutivo della Seconda Internazionale a Parigi indisse per il primo maggio del 1890 una giornata di mobilitazione internazionale in cui tutti i lavoratori ricordando i martiri di Chicago, avrebbero rivendicato la riduzione della giornata lavorativa simultaneamente. Il grande successo di quella data fece in modo che i lavoratori di tutto il mondo si dessero ancora una volta appuntamento per l’anno successivo, fino a quando l’appuntamento non fu reso permanente nel 1891 dal congresso dell’Internazionale riunito a Bruxelles.
Durante il ventennio fascista in Italia la festa del primo maggio fu abolita e resa illegale; negli anni successivi i continui incidenti durante le proteste dei lavoratori, come accaduto nel 1947 a Portella della Ginestra, dove un gruppo di contadini che manifestava pacificamente fu barbaramente assassinato dalla banda Giuliano per preservare gli interessi dei ricchi latifondisti siciliani, dimostrano quanto fosse difficile per i padroni accettare la nascita di una cultura dei diritti e di una consapevolezza dei lavoratori della loro battaglie e della loro forza collettiva.
Quest’anno i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL hanno deciso di dedicare il primo maggio alla sicurezza sui posti di lavoro , tante sono state le notizie di cronaca dell’ultimo anno di lavoratori morti mentre cercavano di guadagnarsi il pane. Lavoratori morti per la poca sicurezza sui luoghi di lavoro, ciò rappresenta a pieno la condizione di netta subalternanza dei lavoratori nei confronti delle imprese e delle aziende e la malleabilità totale dei diritti delle persone al fine di aumentare a dismisura il profitto degli imprenditori. Pochi diritti vuol dire poco costo del lavoro, lavorare in nero vuol dire aumentare la produttività delle imprese senza tasse, cambiare rotta è necessario, per questo ci impegneremo questo primo maggio e quotidianamente alla diffusione di una cultura dei diritti e ad una visione del lavoro come dignità e riscatto dell’uomo.
L’Unione degli Studenti