FERRARA: Cronache dagli studenti in lotta
L’inizio: martedì 30 ottobre. Unione degli Studenti Ferrara convoca un’assemblea pubblica aperta a tutti gli studenti della città, a cui partecipano 55 ragazzi da diversi istituti che decidono di occupare il liceo classico Ariosto di lì ad una settimana.
Il fatidico giorno: martedì 6 novembre. Un gruppo di circa 30 persone del liceo e di altri istituti è pronto ad entrare nella sede del liceo, ma ad aspettarli trova agenti della Digos in borghese fuori e dentro la scuola dove la preside si è trincerata chiudendo tutte le entrate. Viene ammessa una delegazione di studenti che insieme ai rappresentanti dell’istituto e la dirigente concorda un’assemblea straordinaria e una mattinata di autogestione (lo stesso programma che era stato previsto per la prima giornata di occupazione). La partecipazione è alta: circa 700 studenti partecipano all’assemblea informativa confrontandosi e dibattendo anche insieme ai docenti che, in queste settimane, hanno deciso di sospendere tutte le attività extracurriculari in segno di protesta. Si approfondiscono le misure previste dalla Legge di Stabilità, dalla Riforma Profumo e dal PdL Aprea chiarendo le motivazioni della protesta. A seguire i laboratori autogestiti toccano i più svariati argomenti: cineforum, jam sessions; lezioni di fotografia, di autodifesa; si parla della manipolazione delle menti e del razzismo. Prima della fine dell’orario delle lezioni l’assemblea si riunisce nuovamente e insieme gli studenti decidono di rimanere all’interno dell’istituto anche nel pomeriggio: si pranza insieme con una pizza e si torna al lavoro. Viene convocata un’altra assemblea in atrio che decide di proseguire con l’autogestione anche il giorno successivo senza occupare l’istituto durante la notte.
Il giorno dopo: mercoledì 7 novembre. All’ingresso dell’Ariosto viene distribuito un volantino preparato dai rappresentanti d’istituto: “Perché dovresti entrare a scuola questa mattina?”. Le motivazioni sono convincenti e infatti gli studenti che partecipano alla seconda giornata di autogestione sono 1060 su circa 1700 in tutto il liceo. Assemblea plenaria la prima ora per illustrare i laboratori e poi al lavoro: si organizzano le mobilitazioni dell’autunno con i workshop sul 14 e il 16 novembre. Nel pomeriggio è stata indetta un’assemblea pubblica aperta a tutta la cittadinanza che viene aperta dall’intervento delle dottoressa dell’Università di Ferrara Chiara Bergonzi che ha illustrato agli studenti quali diritti costituzionali stavano esercitando. L’assemblea prosegue e gli studenti chiedono un altro giorno di autogestione per concludere il percorso iniziato nei giorni precedenti, ma la preside non lo concede. La discussione si spegne poco alla volta tra studenti che se ne vanno, mentre continuano le discussioni tra chi propone di posticipare la discussione di almeno una settimana durante un’autogestione autorizzata secondo le dovute procedure e chi, invece, insiste sul fatto che l’entusiasmo non vada disperso. Al termine dell’incontro gli studenti rimasti decidono che se non possono fare autogestione all’interno della scuola, la faranno fuori: l’appuntamento è alle 7.45 davanti alla succursale del liceo Ariosto, in programma c’è la redazione di un documento da diffondere in rete per portare ad altri studenti l’esperienza ferrarese.
La svolta: giovedì 8 novembre. Era prevista tutt’al più la partecipazione di un centinaio di studenti e ci siamo ritrovati in almeno 2000 persone da quasi tutti gli istituti della città (ne mancavano 2 su 11). Cosa fare? Dopo aver ribadito le ragioni della protesta ci siamo diretti in Piazza Ariostea dove lo spazio maggiore a nostra disposizione ci ha permesso di far intervenire uno studente per ogni istituto ad illustrare le condizioni della sua scuola. All’appello manca qualcuno però: i rappresentanti del liceo scientifico Roiti sono assenti e gli studenti presenti sono davvero pochi. L’assemblea ha votato e insieme si parte con un corteo (non autorizzato) fino ai cancelli della sede del Roiti. All’intervallo un gruppo di studenti entra nel cortile della scuola per informare i ragazzi dello scientifico sulle ragioni della protesta e dare loro lo stimolo per cominciare a mobilitarsi.
A Ferrara è rinato il movimento studentesco dopo almeno dieci anni di spaventoso silenzio.
UdS Ferrara