YOU CAN FLY, METTITI LE ALI E LIBERA IL SAPERE 10/27/06
A tutti gli studenti e i cittadini che vogliono cambiare la scuola, l’università, la società e il mondo A tutti coloro che hanno la responsabilità di farlo. Sono uno ...
A tutti gli studenti e i cittadini che vogliono cambiare
la scuola, l’università, la società e il mondo
A tutti coloro che hanno la responsabilità di farlo.
Sono uno studente del 2006. La mia scuola è il liceo classico “Cavour”, è l’istituto tecnico “Volta”, è il professionale “Euclide”. La mia università è a Roma, a Siena, a Palermo. E’ la facoltà di lettere, è la facoltà di ingegneria, è la facoltà di scienze. Questi sono i luoghi nei quali io, studente qualunque, mi sento estraneo.
Sono uno studente “capace e meritevole, ma privo di mezzi”. Voglio studiare, ma la mia famiglia non può sostenere il costo della mia formazione. E’ per questo che manifesto il 17 novembre, per rivendicare una legge quadro nazionale per il diritto allo studio, per rivendicare più borse di studio, per rivendicare il diritto ad una mensa accessibile. Perché non voglio che l’articolo 34 della Costituzione continui ad essere considerato carta straccia.
Sono uno studentessa come tante, senza soldi. Sono nato in una casa dove non ci sono libri, né soldi per comprarli. Ma so che oggi la scuola e l’università non sono più gli unici luoghi dove apprendere, che si apprende anche al cinema, a teatro, in un museo o leggendo libri. Ed è per questo che manifesto il 17 novembre, per rivendicare una carta di cittadinanza studentesca, che mi garantisca il diritto al sapere (gratuito) anche al di fuori della mia scuola e della mia università.
Sono uno studente escluso. Uno di quelli che voleva studiare medicina, ingegneria, lettere. Ma una stupida legge sul “numero chiuso” mi impedisce di avere il diritto di studiare ciò che voglio. E’ per questo che il 17 novembre voglio liberare il diritto di studiare, abolendo l’aberrazione dei numero chiuso.
Sono una studentessa fuorisede. Vivo una condizione di disagio perché la mia vita è fatta di precarietà, perché vorrei vivere decentemente e avere una casa, ma in città si specula sugli affitti e in più sono costretto a lavorare perché per me la vita da universitaria costa di gran lunga di più. E’ per questo che manifesto il 17 novembre, per il diritto ad una casa.
Sono uno studente pendolare. Per studiare sono costretto a spendere centinaia di euro l’anno per raggiungere la mia scuola e la mia università. Nessuna legge tutela la mia condizione per garantirmi l’abbassamento del costo dei trasporti. E’ per questo che voglio manifestare il 17 novembre, per il diritto di poter andare a studiare gratuitamente.
Sono una studentessa critica. Voglio avere la stessa dignità del mio prof. Voglio studiare in un luogo dove al centro c’è l’apprendimento, non la valutazione. Vorrei una scuola dove non mi si chieda soltanto “Cosa pensa questo? Cosa pensa quest’altro?” Ma mi si chieda “cosa pensi tu”.
Sono uno studente artista. La mia utopia è l’idea che la scuola e l’università siano anche i luoghi in cui la mia passione, la mia creatività, le mie aspirazioni possano essere valorizzate. Per questo manifesto il 17 novembre, perché musica, arte, creatività non siano più considerati uno “stupido hobby”, ma una importante forma di produzione culturale da sostenere.
Sono uno studentessa disabile. Le scuole e le università continuano ad essere luoghi dove non posso vivere, perché ciò che per voi è normale per me diventa una barriera insormontabile. E’ per questo che manifesto il 17 novembre, per avere gli stessi diritti di tutti gli altri, perché lo Stato abbia più rispetto per la mia condizione.
Sono uno studente omosessuale. Vivo discriminato, perché sono considerato anormale. I miei sogni, le mie aspirazioni, i miei amori hanno la stessa intensità di quelli di chiunque altro. E’ per questo che rivendico il mio diritto di amare senza discriminazioni.
Sono una studentessa di Scampia, di Corleone, di Enziteto. Odio la sopraffazione, la criminalità e voglio sradicare la violenza a partire dalla mia città. Voglio sradicare la violenza della mafia, delle mafie, e voglio urlare al mondo che non smetterò mai di credere che esse siano una montagna di merda e debbano essere bandite dal mio futuro.
Sono uno studente migrante. Vengo da Dakar, da Algeri, da Tirana e vivo rinchiuso in un aberrante Cpt, dove la mia dignità viene quotidianamente calpestata. Sono come voi un cittadino del mondo, eppure il colore della mia pelle, la mia lingua, la mia religione e il mio passaporto mi rendono uno studente discriminato o invisibile. E’ per questo che manifesto il 17 novembre, perchè voglio studiare in una scuola, in una università dove il mio credo, la mia cultura, la mia storia possano integrarsi con la vostra.
Sono uno studente di Baghdad, di Kabul, di Pristina. La guerra mi ha portato via tutto, la mia casa, la mia scuola, la sovranità del mio popolo. Tutto, tranne la voglia di lottare. Anch’io sono con voi il 17 novembre, perché la rabbia che porto dentro possa diventare con voi un indistruttibile anelito di pace e di giustizia.
Non sono uno studente, ma desidero studiare con tutto me stesso. Ho dodici anni e vivo come uno schiavo nelle fabbriche della Nike in Indonesia, vengo sfruttato per pochi centesimi al giorni nelle fabbriche cinesi, faccio il garzone in un bar di Napoli. Sogno come voi di diventare medico, architetto, giornalista. Ma coloro che mi sfruttano me lo impediscono. E’ per questo che anch’io manifesto il 17 novembre, perché anche per me studiare sia un diritto.
Sono una studentessa incazzata. Mi dicono di stare seduta, ma io voglio volare. Mi dicono di stare zitta, ma io voglio urlare. E’ per questo che manifesto il 17 novembre, perché credo che le scuole e le università siano innanzitutto i luoghi dove far vivere la democrazia, la giustizia e la libertà.
Sono uno, nessuno e centomila. Ho mille facce, ma rappresento una sola condizione.
E’ per questo che manifesto il 17 novembre in tutto il mondo, e
grido a tutti di sostenere la nostra mobilitazione
perché cambiare la scuola e l’università, significa cambiare la società tutta.
E’ per questo che manifesto il 17 novembre, perché studiare sia un diritto e non un privilegio.
Per tutti.
Io sogno, e la mia capacità di sognare è ciò che mi rende libero.
Io sogno, e finché continuerò a sognare sarò vivo.
Uno studente
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