Valutati, non schedati! – No alle prove INVALSI 05/10/11
Dal 10 al 13 Maggio, per la prima volta, anche gli studenti delle superiori saranno sottoposti alla prova INVALSI. Questa prova, già da anni in vigore nelle scuole elementari e ...
Dal 10 al 13 Maggio, per la prima volta, anche gli studenti delle superiori saranno sottoposti alla prova INVALSI. Questa prova, già da anni in vigore nelle scuole elementari e medie, consiste in un test nel quale vengono saggiate le capacità degli studenti.
Questa prova, cercando di produrre risultati obiettivi, finisce col non essere altro che un mero quiz, non in grado di valutare adeguatamente le conoscenze dello studente. La esasperata ricerca di parametri scientifici che vadano a verificare le nozioni di studenti di scuole in cui i programmi didattici sono differenti oltre che a fallire nel loro intento, sopprimono la libertà d’insegnamento e le capacità individuali degli studenti che in questi test non trovano riscontro.
Anche se il test non viene considerato a fini valutativi individuali, il risultato finisce nelle mani del ministero che utilizza i risultati per avere una panoramica delle “capacità” degli studenti e del livello di preparazione che fornisce una scuola.
Ancora più pericoloso risulta poi il meccanismo di premialità che il MIUR vuole mettere in campo a seguito dei riscontri con queste prove: l’illeggittimità del loro risultato creerebbe danni enormi nelle scuole che non risponderebbero ai criteri individuati dall’INVALSI, si produrrebbe un meccanismo di appiattimento e soffocamento della didattica e nei processi di apprendimento.
Ancora una volta noi studenti veniamo identificati come cifre su dei libri contabili, la valutazione risponde sempre meno allo stimolo da parte del docente delle criticità e potenzialità dello studente, e sempre più a criteri massificati ed uniformati. Mentre noi rivendichiamo processi valutativi innovativi in cui sia lo studente stesso a mettersi in gioco con il docente e con i suli compagni di classe attraverso meccanismi orizzontali, il MIUR ingabbia sempre più l’apprendimento in grigie caselle da riempire secondo criteri individuati in luoghi chiusi e lontani da quelli che sono i problemi reali della scuola.
Leggi l’approfpondimento sui test INVALSI
1. costo negli ultimi 3 anni: 80 milioni di euro
2. inadeguatezza scientifica:
a) misurano solo l’acquisizione di una serie di informazioni settoriali, stimolano la frammentazione della didattica, la sua banalizzazione
b) queste prove sono uguali per tutti e tutte, ma non siamo tutti uguali! (per l’Invalsi gli studenti con disabilità, gli studenti di altra cultura, i diversi indirizzi sono invisibili)
c) le le prove Invalsi avessero il solo fine di “testare” il funzionamento del sistema scolastico, sarebbero state somministrate “a campione”
3. fallimento in altri paesi:
a) in altri Paesi ciò ha prodotto deformazioni di sistema pericolosissime: si creano scuole di serie A e altre di serie B ed evidentemente per le scuole di serie B è difficile uscire dalla condizione che li viene attribuita. Una scuola pubblica non discriminante, invece, dovrebbe dare spazio ad una utenza variegata, per non creare scuole ghetto.
b) nei Paesi dove regna la “dittatura dei test”, le scuole che conseguono alti punteggi godono di “premi”, cioé risorse aggiuntive. Che sia questo il fine della Gelmini è dimostrato dal “progetto sperimentale per la valutazione delle scuole” varato dal Ministero nel novembre scorso
4. non sono lo strumento adatto a migliorare la qualità:
a) una scuola pubblica che vuol garantire pari condizioni di accesso all’istruzione, deve dirigere gli investimenti e gli “aiuti” non alle scuole “di successo”, perché non ne hanno bisogno ma, al contrario, a quelle con maggiori problematicità.
b) un sistema scolastico che vuol far crescere l’insieme dei suoi giovani cittadini deve incoraggiare le scuole a “tenere” i propri studenti, e a trovare le migliori strategie per assicurare il loro successo scolastico.
c) le variabili che incidono sui risultati scolastici, sono assai numerose. E se fossero prese davvero sul serio renderebbero inutili i test sistematici scuola per scuola. Ma su questi dati nessuno vuol ragionare perché in realtà i fattori sociali che li determinano non li si vuol modificare: al contrario si lavora per cristallizzarli.
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