UN SOLO MOVIMENTO E MILLE LINGUE DIVERSE! 04/20/09
Da quel 28 giugno del ’69 ne sono passate di primavere, ma gli scontri di Stonewall Inn non sembrano fuori moda. La lotta per i diritti e la dignità delle ...
Da quel 28 giugno del ’69 ne sono passate di primavere, ma gli scontri di Stonewall Inn non sembrano fuori moda. La lotta per i diritti e la dignità delle persone glbtq è iniziata da meno di 40 anni e sappiamo ora di essere in un punto di svolta, dove non si può tornare indietro, nemmeno davanti alle manganellate della polizia. Il pride di Mosca ieri e meno di un anno fa il world pride di Gerusalemme ci fanno intuire una prospettiva nuova. Il movimento si sta emancipando da una analisi localistica delle condizioni degli omosessuali e comincia a prendere coscienza dell’interdipendenza dei popoli e degli stati e della necessità di abbattere l’omofobia in tutto il mondo, dall’Olanda all’Iran.
I processi di globalizzazione rendono sempre più necessarie azioni di pressione e di lotta transnazionali. Il grande pride Brasiliano di 3 milioni di persone da forza al timido (15 mila persone secondo gli organizzatori) ma molto importante pride a tel Aviv dove si lottava contro la proposta di legge in discussione a Gerusalemme che vieterebbe il pride legislativamente.
Un pride quello in “the bubble” (Tel Aviv) che arrivato alla 9° edizione rivendica fortemente un carattere internazionale e che pone nel seno delle 3 grandi religioni monoteiste la questione dei diritti civili e della dignità delle persone con una sessualità non piegata alla riproduzione e al controllo del potere.
Un momento di portata storica quindi, che regista grandi innovazioni come la presenza per la prima volta a Nairobi al world social forum di un associazione GLBT Africana.
Questo sabato saremo in piazza a Roma a 7 anni di distanza dal 1° World Pride, con più forza e determinazione di prima, per lottare contro il pregiudizio e l’omofobia.
Per dire chiaro a tutti che pretendiamo un mondo dove ci sia posto per tutti. Che un mondo che scarta anche solo uno di noi è un mondo che non va bene a nessuno.
Che nessun* sarà liber* finche tutt* non saremo liber*
We are the Stonewall girls
We wear our hair in curls
We wear no underwear
We show our pubic hair
We wear our dungarees
Above our nelly knees!
(“Siamo le ragazze dello Stonewall / abbiamo i capelli a boccoli / non indossiamo mutande / mostriamo il pelo pubico / e portiamo i nostri jeans / sopra i nostri ginocchi da checche!”)
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