RIETI – Cogito ergo occupo! 12/04/12
RIETI – Il percorso di programmazione di un’occupazione al liceo classico Marco Terenzio in unione con il liceo artistico e’ partito dalle proteste studentesche di inizio ottobre, passando poi per ...
RIETI – Il percorso di programmazione di un’occupazione al liceo classico Marco Terenzio in unione con il liceo artistico e’ partito dalle proteste studentesche di inizio ottobre, passando poi per la campagna di sensibilizzazione circa la plumbea situazione socio/ politica attuale e le lotte per il raggiungimento dei diritti durante la storia attuata dalla cogestione verificatasi nei giorni 29, 30, 31 ottobre che ha portato anche all’edificazione di un documento contro il DDL Aprea, poi bocciato in Senato, fino ad approdare all’assemblea del 28 novembre incentrato ruolo degli studenti durante la crisi. In questa occasione, infatti, gli studenti hanno dibattuto circa i pro e i contro di un’eventuale occupazione e, dopo aver accertato che la maggioranza delle opinioni espresse in palestra verteva verso l’appoggio di questa forma di protesta, un centinaio e piu’ di studenti e’ salito a scuola, per occupare i corridoi dell’istituto. Il pomeriggio del primo giorno di quest’esperienza e’ stato incentrato sulla decisione delle modalita’ di attuazione: un’occupazione educata? O una forma di protesta netta? Onde evitare di incorrere in problemi istituzionali inutili con conseguente interruzione immediata, si e’ optato per la prima scelta, ovvero quella di permettere a chi non fosse d’accordo con la protesta di entrare tranquillamente in classe a fare lezione. A questo proposito i rappresentanti di istituto hanno instaurato un dialogo costruttivo col preside in cui si sono anche difesi dalle accuse di aver effettuato violenza psicologica sui social network, rilevandole invece in qualche sporadico comportamento di ricatto scolastico ad opera di qualche insegnante. Nelle mattine successive, un gruppo di lavoro ha prodotto due lettere di protesta nei confronti della regione Lazio e della Provincia e si e’ avuta l’opportunita ‘ di rafforzare il rapporto tra gli studenti delle scuole anche grazie a momenti come la relazione delle esperienze scolastiche all’estero da parte degli studenti che hanno partecipato ad Intercultura negli anni passati. La mattina del 30 novembre, gli occupanti hanno avuto la possibilità di esprimere le proprie lamentele a Melilli, senza l’intermediario di una lettera e in questa occasione sono stati enfatizzati parte dei motivi della protesta, imputabili alla Provincia, come la diminuzione dell’accensione dei termosifoni, i problemi relativi all’amianto a Ragioneria e l’assenza di palestre all’artistico. Il giorno successivo, sabato 30, e’ stato invitato in assemblea il sindaco reatino Petrangeli con cui si e’ discusso sul futuro dei ragazzi di questa citta’ e si sono cercate proposte politiche da esporre. La partecipazione, durante queste giornate, e’ stata sempre molto massiccia, con leggera diminuzione durante il passare dei giorni. Gran parte degli studenti impossibilitati dai genitori a protestare o semplicemente non d’accordo con questa forma di ribellione, ha preferito restare a casa, onde non ostruire il percorso dei compagni.
Nonostante gli occupati avessero pattuito di dibattere se interrompere l’occupazione o domenica sera o mercoledì per mostrare che la protesta sarebbe sopravvissuta ai giorni di festa, questa significativa esperienza si interrotta sabato 30 alle 14 per decisione del preside Lorenzini che, complici le pressioni esterne ricevute e l’avversione a lasciare la scuola incustodita durante il weekend, ha fatto sgomberare la scuola, rischio denuncia, suscitando molto malcontento fra gli studenti.
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