Quanto costa essere “asini”? 03/07/13
Di seguito un breve approfondimento sui costi che devono affrontare ogni anno le studentesse e gli studenti del nostro paese per poter recuperare i debiti formativi. Come rompere le speculazioni ...
Di seguito un breve approfondimento sui costi che devono affrontare ogni anno le studentesse e gli studenti del nostro paese per poter recuperare i debiti formativi. Come rompere le speculazioni dei privati che, coprendo le inefficienze dello Stato, costringono gli studenti a pagare centinaia di euro per le ripetizioni? Come organizzare le ripetizioni autogestite?
La scuola italiana esclude quotidianamente gli studenti. Questo è evidente se si guarda alle lezioni, impostate troppo spesso in modo frontale, nozionistico e formale, che impediscono allo studente di partecipare attivamente nel processo formativo. Lo studente è distaccato dal docente, il quale è l’unico portatore di “conoscenza”, mentre il primo è unicamente un destinatario passivo, un contenitore vuoto da riempire. La relazione che si stabilisce è basata sull’autorità del docente che impartisce un sapere asettico, slegato dal contesto sociale e incapace di far crescere un senso di partecipazione e cittadinanza attiva. Se quindi la didattica delle scuole italiane è vecchia e impostata sul nozionismo e l’autoritarismo, forse bisognerebbe pensarci due volte prima di dividere gli studenti tra “buoni” e “cattivi”, tra “diligenti” e “asini”. I secondi sono quelli che talvolta non riescono a raggiungere la sufficienza, che spesso non hanno una condotta buona, troppe assenze o ritardi cronici nell’arrivo a scuola. È chiaro che la colpa delle insufficienze non è esclusivamente da addossare agli studenti, ma il più delle volte alla didattica frontale, al contesto socio-economico difficile e all’assenza di un vero diritto allo studio.
Molti di questi ultimi, da quando è stato introdotto nel 2007 l’obbligo di recuperare i debiti formativi prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, devono far fronte a centinaia di euro di spese per poter fare lezioni private al fine di recuperare lo studio. Si tratta di ripetizioni per lo più fatte in nero e talvolta addirittura senza le giuste competenze per poterle impartire.
Ogni anno tantissimi studenti ricorrono alle ripetizioni private, tanto che un’indagine dell’Adoc registrava a marzo 2012 un boom con oltre il 40% degli studenti che si affidavano ad insegnanti privati per colmare le proprie lacune. Ma quello che maggiormente colpisce è l’aspetto economico: rispetto al 2011 si è speso infatti, il 7% in più, perché in media un’ora di lezione costa alle famiglie ben 28 euro.
Le più care sono le ripetizioni di matematica e latino/greco, mentre le più economiche quelle di italiano, lingue straniere ed altre materie. Mediamente un mese di ripetizioni private effettuate da un docente si attesta sui 260 euro, considerando 2 ore a settimana di lezioni, 20 euro in più del 2011. Per un’ora di ripetizioni impartite da uno studente, ad ogni modo più economiche del 39,3% rispetto a quelle impartite da un docente, si paga in media il 6% in più del 2011. Bisogna calcolare poi che a questi costi vanno aggiunti quelli tradizionali per corredo e libri, più di 1200 euro annuali. Quindi, ipotizzando sei mesi di ripetizioni, la spesa finale si aggirerebbe intorno ai 2310 euro l’anno, una somma assurda e proibitiva per la maggioranza delle famiglie italiane. Con le ripetizioni estive, sempre secondo l’Adoc, il volume d’affari annuo delle ripetizioni supera abbondantemente i 430 milioni di euro annui.
Questa la tabella riassuntiva proposta dall’Adoc:
Materia | Docente 2011 | Docente 2012 | Studente 2011 | Studente 2012 |
Italiano | 30 € | 32 € (+6,6%) | 20 € | 20 € (=) |
Latino/Greco | 35 € | 37 € (+5,7%) | 25 € | 27 € (+8%) |
Matematica | 35 € | 37 € (+5,7%) | 25 € | 28 € (+12%) |
Lingue straniere | 27 € | 30 € (+11,1%) | 20 € | 22 € (+10%) |
Altre materie | 25 € | 27 € (+8%) | 20 € | 20 € (=) |
Insomma, parlare di ripetizioni autogestite gratuite o a prezzi popolari (che non superino i 5 € l’ora) significa sia far fronte ad una grave disagio materiale di milioni di studenti, sia denunciare con forza l’inesistenza di un vero diritto di studio. Fin dal 2007 infatti, dall’introduzione degli esami di riparazione, non vi è stato un grosso investimento sui corsi di recupero e, quando sono stati effettuati, hanno riproposto il medesimo modello di lezione frontale messo in pratica tutto l’anno, risultando dunque poco utili.
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