LUCCA – Secondo comunicato sul 17 novembre 11/22/12
I vari organi di stampa, a voci unificate, hanno attaccato in maniera impropria e non veritiera le azioni svolte dagli studenti nella giornata del 17/11, fornendo una versione dei fatti ...
I vari organi di stampa, a voci unificate, hanno attaccato in maniera impropria e non veritiera le azioni svolte dagli studenti nella giornata del 17/11, fornendo una versione dei fatti sicuramente incompleta.
Questo nuovo comunicato nasce proprio dall’esigenza di spiegare e smentire tanti punti non chiari e non specificati nel precedente comunicato, peraltro quasi totalmente ignorato dai suddetti organi. Questo nella speranza di riuscire a far passare di fronte a cittadinanza e Istituzioni la nostra versione dei fatti.
Sui giornali si è parlato della volontà degli studenti di cambiare il corso corteo, muovendosi in modo diverso da quando stabilito precedentemente (volontà che è stato giudicata in modo arbitrario non solo illegale, ma anche totalmente illegittima, cosa con cui non concordiamo), ignorando però il fatto che proprio le forze dell’ordine avevano negato, prima di questi avvenimenti, il normale svolgimento della manifestazione, mettendo una camionetta davanti a san micheletto e costringendo il corteo ad un innaturale dietrofront.
E’ importante sottolineare il fatto che questa militarizzazione della città sia una totale novità a Lucca, e che non può non risultare molto pericolosa, soprattutto se usata per innervosire e provocare immotivatamente i manifestanti negandoli permessi concessi in precedenza.Sempre i giornali hanno parlato, quasi esclusivamente, della presunta aggressività del corteo contro i blocchi della polizia e dei conseguenti danni che ad essa avrebbe causato. Di contro noi invitiamo le forze dell’ordine a diffondere gli abbondanti video che hanno realizzato, dove appaiono le immagini di questi “scontri”. Se sono tanto sicuri della loro versione dei fatti non ci dovrebbero essere problemi, no?
Noi abbiamo i nostri video e li mostreremo, forti del fatto che abbiamo forzato il blocco senza venire alle mani, con un avanzamento passivo, a volto scoperto. Forti soprattutto del fatto che molti di noi hanno ricevuto calci e schiaffi e che inoltre una ragazza porta ancora i segni di un forte pugno rifilatele nello stomaco: purtroppo per lei, noi non abbiamo a disposizione medici pronti a emettere irrealistiche prognosi utili a farsi vittima davanti all’opinione pubblica.La più grossa bugia perpetrata dai giornali è stata infine la più classica e ormai tanto desueta da essere abbandonata anche a livello nazionale: “un gruppo di facinorosi si stacca dal corteo” “pochi violenti pilotano i manifestanti allo scontro con la polizia” ecc.. Frasi che sanno di vecchio, frasi che palesano l’incompetenza di questi giornalisti, frasi a cui ormai non deve credere più nessuno. Invitiamo chi non vive la realtà di questo nuovo movimento a rendersi conto di questo, invitiamo le Istituzioni, con la bocca piena di politiche giovanili, a rendersi conto di questo: ci sono centinaia di ragazzi arrabbiati e frustrati dalla situazione in cui vivono; l’intero corteo si è mosso, non per cercare un scontro, ma per sancire la propria volontà di transitare e manifestare sotto il comune.
E lì a spingere sotto gli schiaffi della celere c’eravamo tutti, non c’erano i Black Block. Non c’erano quelli tutti neri col casco e la mazza, c’erano i ragazzi di Lucca, quelli di cui la Digos conosce i nomi a memoria, quei singoli che minaccia pensando in questo modo di fare arretrare un corteo, dimenticandosi però che il corteo non ha singoli. E come non ha avuto singoli in Via Santa Giustina, non avrà singoli nemmeno se e quando le minacce di denunce spuntate ieri in via ufficiale sui giornali diverranno realtà. Anche in quel caso ci saremo tutti. La denuncia di 5, 20 o 100 persone varrà per tutti e tutti la combatteremo.Per concludere invitiamo nuovamente le Istituzioni a riflettere su quanto detto e spiegato e a rileggere i fatti secondo la nostra versione (potremo anche essere parziali, ma almeno eravamo lì, a differenza della maggior parte dei giornalisti) nella speranza che si comprenda la dimensione della situazione, e che esse siano garanti di evitare un conflitto che noi non abbiamo cercato.
Noi di caschi, di vestiti neri, di mazze, non ne abbiamo, sarebbe bello evitare di vederli dalla parte di quelli che dovrebbero proteggerci.
19/11/12
Torpedo Lucca
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