DI OMOFOBIA SI MUORE – Fiaccolata a Roma il 22/11 11/22/12
E’ successo ancora. Questa volta a Roma si è tolto la vita uno studente di un liceo della capitale perché vittima di attacchi omofobici. A soli 15 anni il peso ...
E’ successo ancora. Questa volta a Roma si è tolto la vita uno studente di un liceo della capitale perché vittima di attacchi omofobici. A soli 15 anni il peso delle discriminazioni quotidiane da parte dei compagni di scuola lo ha schiacciato fino al punto di spingerlo a farla finita. Sotto gli occhi increduli di tutti si è consumato un altro gesto estremo, che sottolinea non solo il fallimento di un ambiente scolastico inadeguato sul profilo della prevenzione al bullismo omofobico, ma che rappresenta la dolorosa cifra di un fallimento culturale e politico di un Paese.
“In primis è responsabile la politica per i suoi ripetuti silenzi e costernazioni fine a se stessi, dal momento in cui manca una volontà legislativa concreta per lanciare una battaglia seria contro ogni forma di omo, lesbo/transfobia in tutti i luoghi della formazione e di lavoro in Italia. -dichiara Mauro Patti, responsabile area tematica LGBTQ della Rete della Conoscenza – l’emergenza dei fenomeni discriminatori nelle scuole non si è mai arrestata, spesso è poco visibile e lontana dai riflettori, latita tra le fratture sociali, e si alimenta con gli atteggiamenti largamente diffusi quali il sessismo, maschilismo, il razzismo, e che spesso si traducono in violenze domestiche, in discriminazioni sul posto di lavoro e suicidi”.
“In Italia è in corso uno stillicidio di cui sono vittime ogni giorno tantissimi studenti e studentesse che, come A., vogliono solo sentirsi liberi di essere se stessi, di amare e di crescere senza sentirsi oppressi e condizionati dalle regole etero-sessiste a cui ci abituano sin da piccoli. -continua Alice Graziano, membro dell’esecutivo nazionale della Rete della Conoscenza - La vera patologia è che in questo Paese esiste ancora una profonda paura e disgusto verso il diverso, e che i sintomi più irritanti si manifestano a partire dalle scuole con espressioni offensive da parte non solo di studenti ma anche della classe docente che spesso stigmatizza il mondo lgbtqi con dichiarazioni che alimentano odio o innescano meccanismi discriminatori.”
Giuseppina Tucci, responsabile Lgbtq dell’Unione degli Studenti dichiara : “Ci sono ancora docenti che raccontano alle proprie classi che gli orientamenti non eterosessuali sono patologici. Per questo lo strumento per combattere lo stigma sociale e la violenza che ne scaturisce non può essere solo lo sbandieramento di un “numero amico” a cui rivolgersi, c’è bisogno dello Stato che si schieri e che si adegui alla cultura che cambia. Oggi le scuole hanno bisogno di trasformare questa paura verso il diverso che continua a mietere vittime, in un occasione di riflessione e diffusione di una cultura inclusiva e del rispetto, formando docenti e studenti sui temi della sessualità e della libertà dei generi e delle identità, sin dalle scuole primarie, per capovolgere questa paura in un emancipazione collettiva.”
Oggi il dolore di questa perdita deve sollecitare tutti a convincersi che in questo Paese non si può più morire di omofobia. Per questo le studentesse e studenti dell’Unione degli Studenti, di Link Coordinamento Universitario e della Rete della Conoscenza, invitano le scuole e le associazioni ad aggregarsi stasera a Roma alle 19,30 in via di S. Giovanni in Laterano (Colosseo) alla fiaccolata di solidarietà per lo studente e la sua famiglia (evento facebook), che si protrarrà fino all’istituto Cavour. Si invita tutti a indossare un capo rosa, il colore che amava indossare A.
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