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ALTERNANZA SCUOLA – LAVORO, UN GRANDE PASSO IN AVANTI PER LE STUDENTESSE E GLI STUDENTI! 06/24/17

Il 15 Giugno ha rappresentato un momento storico per le studentesse e gli studenti impegnati nei percorsi di alternanza scuola- lavoro e per l’Unione degli studenti. Per la prima volta, ...


Il 15 Giugno ha rappresentato un momento storico per le studentesse e gli studenti impegnati nei percorsi di alternanza scuola- lavoro e per l’Unione degli studenti.

Per la prima volta, infatti, come organizzazione studentesca abbiamo partecipato (in qualità di “esperti esterni”) alla Commissione Tecnica Bilaterale “Formazione e Inquadramento” di Automobili Lamborghini, un organismo istituito dalla Contrattazione Aziendale che riunisce in modo paritetico membri del Sindacato e rappresentanti dell’Azienda.

Il nostro contributo è stato richiesto dalle delegate e dai delegati della Fiom-Cgil e dalla Fiom Cgil di Bologna, per definire i criteri attraverso cui costruire percorsi di alternanza scuola-lavoro di qualità.

Con l’approvazione delle 200 e 400 ore di alternanza obbligatorie nei licei e negli istituti tecnici e professionali, introdotte dalla legge 107, si è prodotta una distorsione che, come abbiamo documentato nella nostra inchiesta presentata alla Camera dei Deputati lo scorso Aprile, è spesso sfociata in episodi di sfruttamento di manodopera gratuita.

Gli studenti che hanno svolto l’alternanza scuola lavoro negli ultimi due anni si sono ritrovati spesso a fronteggiare situazioni complesse e per nulla formative, con l’inserimento diretto all’interno dei processi produttivi, con spesso anche rischi correlati alla mancanza di formazione sulla sicurezza, e con la quasi totale assenza di momenti formativi. Inoltre la mancanza di garanzie e di fondi per la mobilità e per la copertura delle spese aggiunge un ulteriore costo per le famiglie.

L’assenza di uno statuto delle studentesse e degli studenti ha legittimato questi fenomeni, dequalificando i percorsi e svilendo il valore formativo dell’alternanza scuola-lavoro.

Crediamo che l’alternanza scuola- lavoro debba essere intesa come una metodologia didattica, una parte integrante del percorso formativo degli studenti, progettata in modo coerente con quanto studiamo nelle nostri classi.  Uno dei limiti più gradi dell’alternanza scuola lavoro oggi è l’assenza, nel tessuto produttivo italiano di aziende che facciano formazione permanente, ovvero che siano interessate ad un approccio di Lifelong Learning per i propri dipendenti e che, in virtù di ciò, abbiano gli strumenti e i mezzi per svolgere una formazione completa per gli studenti.

Il caso di Automobili Lamborghini, già noto per la positività espressa dal progetto DESI I (progetto di apprendistato duale) ha rappresentato un modello per il ripensamento dell’alternanza scuola- lavoro intesa come metodologia didattica.

Gli studenti che stanno partecipando al progetto di alternanza scuola lavoro DESI II, infatti, sono stati coinvolti al pari dei loro compagni in apprendistato, in una formazione che, partendo da un “ambiente protetto”, costituito da una struttura apposita all’interno dell’azienda, sono coinvolti in una formazione tecnico- pratica. Questa si sviluppa attraverso lo studio di gruppo, assistito da docenti formatori interni all’azienda, e da una simulazione laboratoriale.

Pur tenendo conto della particolarità di questa esperienza, riteniamo fondamentale individuare dei sistemi virtuosi di alternanza scuola- lavoro che, rendano riproducibili le esperienze su tutto il territorio nazionale, possano indirizzare i percorsi verso alcune condizioni di base imprescindibili anche in quelle aree meno favorite come il Mezzogiorno.

Proprio in virtù di questo, e partendo dagli elementi emersi dall’inchiesta nazionale studentesca “Diritti, non piegàti” che ci ha portati a scrivere il nostro Statuto nazionale delle studentesse e degli studenti in alternanza scuola lavoro, nell’ambito della Commissione Tecnica Bilaterale, abbiamo individuato e rivendicato i principi fondamentali per un’alternanza di qualità.

Innanzitutto siamo partiti dalla necessità di garantire la gratuità di tali percorsi, dal trasporto degli studenti, alla fornitura del materiale didattico utile all’apprendimento e ai dispositivi di protezione individuali. Abbiamo posto la necessità di garantire una formazione completa e assistita: attraverso la presenza di 1 tutor aziendale ogni 5 studenti; la coerenza del progetto con l’indirizzo di studi frequentato dagli studenti; l’individuazione di un coinvolgimento degli stessi nella costruzione del percorso attraverso una discussione nei Consigli di Istituto delle singole scuole; la formazione sulla sicurezza e sui diritti degli studenti; la certificazione da parte delle scuole dell’avvenuto pagamento dell’assicurazione INAIL.

Questi principi dovrebbero, a nostro avviso, essere contenuti in ogni progetto formativo e in ogni Convenzione sviluppata con gli Istituti e con il Ministero dell’istruzione, il quale non solo dovrebbe individuare tali requisiti minimi di base per lo svolgimento dei percorsi, ma dovrebbe anche predisporre degli organismi interni ed esterni all’istituzione scolastica, al fine di garantire il monitoraggio del corretto funzionamento e svolgimento dei progetti.

Riteniamo inoltre che, per garantire una formazione a 360 gradi e nel rispetto della conformazione e dello sviluppo del territorio, sia fondamentale sottoporre alle aziende che praticano l’alternanza un Codice Etico che ne certifichi: l’assenza di collusione con le organizzazioni mafiose, il rispetto dei parametri delle emissioni e  dell’ambiente tutto, il rispetto dei diritti dei lavoratori impiegati negli stabilimenti.

Siamo convinti che questo tipo di collaborazione con il Sindacato possa aprire la strada anche alla realizzazione di Accordi Sindacali Aziendali che si pongano l’obiettivo di limitare le storture introdotte dalla Buona Scuole e costruire dal basso, in modo partecipato, esperienze positive di alternanza.

Per questo continueremo questa collaborazione e rivendicazione congiunta, convinti che da questo tema passi uno dei nodi fondamentali per la scuola e per il mondo del lavoro oggi in Italia, con il fine di ampliare i criteri e garantire ad un maggior numero di studentesse e studenti percorsi qualitativamente all’altezza, lontani da una concezione di alternanza come sfruttamento di manodopera gratuita, capace di trasformare tanto i metodi di insegnamento e apprendimento nell’istruzione, quanto il mondo del lavoro.

A tal proposito sarà necessario partire dalla microconflittualità all’interno delle scuole al fine di ottenere delle commissioni paritetiche composte da ugual numero di studenti e docenti, attraverso le quali avviare processi di coprogettazione dei progetti di alternanza, per rendere gli studenti consapevoli e garantirne il potere decisionale.



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