18 anni di Unione degli Studenti 03/12/12
“Lì anche chi era nato per tenere la testa bassa poteva indovinare il brillio delle stelle” 12 Marzo 1994. Una rete di realtà studentesche, nate da esperienze diverse danno vita ...
“Lì anche chi era nato per tenere la testa bassa poteva indovinare il brillio delle stelle”
12 Marzo 1994. Una rete di realtà studentesche, nate da esperienze diverse danno vita all’Unione degli Studenti. I sindacati studenteschi emiliani, le realtà studentesche contro le mafie nate dopo le stragi di Capaci, le associazioni “A Sinistra”, realtà eterogenee che ebbero la capacità di comprendere una cosa fondamentale: che le diversità, le eterogeneità non erano un dato su cui dividersi, ma sui cui costruire un progetto di “sintesi” capace di rappresentare idee, istanze, culture politiche diverse. Quell’intuizione oggi arriva ai suoi 18 anni, tramite un viaggio di lotte, evoluzioni, dibattiti, speranze, ma soprattutto migliaia di studentesse e studenti in carne e ossa che hanno avutola possibilità di essere protagonisti dentro questa associazione, finanche di stravolgerla e di guidarla ad oggi, senza alcuna direzione da “esterni”, di partiti come di qualsiasi altra realtà di questo Paese. Per questo i 18 anni dell’UdS non sono solo un dato autocelebrativo, ma ci aiutano a ricordare, in maniera chiara, l’orizzonte in cui il nostro viaggio continua: il cambiamento delle condizioni degli studenti italiani, la trasformazione della società partendo dalle nostre scuole. Non potremmo che essere questo ad oggi: abbiamo attraversato i movimenti studenteschi, tuffandoci dentro questi, senza mai mettere il cappello, abbiamo vinto battaglie, ne abbiamo perse, ma sempre senza arrenderci, sempre con la capacità di risalire la china, di puntare all’obiettivo e di sapere che alla fine la spunteremo noi contro i potenti di questo mondo. La nostra esperienza vive di contaminazioni, ma soprattutto di genuinità; stando ogni giorno nelle scuole non abbiamo mai dimenticato i problemi degli studenti di ogni giorno: i diritti negati, le tegole che rischiano di cadere in testa, i cessi rotti, le lezioni frontali, la mancanza di possibilità reali di comprare i libri, di andare al cinema, di acquistare un libro. Non abbiamo dimenticato i linguaggi con cui aggregare nelle scuole di periferia di questo Paese, di essere presenti in ogni “buco di culo” così come nelle metropoli a costruire movimento, vertenze, socialità. Abbiamo combattuto contro i processi di mercificazione e privatizzazione della scuola e del sapere. Dalla Riforma Berlinguer a quella Gelmini abbiamo dato battaglia a tutti, dimostrando che non ci sono governi amici; abbiamo costruito l’AltraRiforma, il nostro progetto di trasformazione reale della scuola, dal basso. La storia dell’Unione degli Studenti è la storia delle lotte e della difesa di questi diritti, è la coscienza diretta del peso di queste ingiustizie sulla propria pelle, ma non solo; abbiamo imparato in questi anni, che i problemi nelle nostre scuole sono collegate ad un sistema più ampio e che colpisce la nostra generazione in maniera diretta: questo sistema è la precarietà figlia di questo sistema economico e sociale basato sulla diseguaglianze di molti per accrescere il profitto di pochi. Così, fieri di questa storia, non abbiamo ascoltato le sirene di chi ha cercato di vendere la nostra associazione per trenta denari e abbiamo scelto la strada dell’indipendenza non solo politica, ma anche economica e organizzativa. L’Unione degli Studenti è quindi anche la storia di sacrifici, di militanza fatta a denti stretti, con pochi soldi e tanti debiti. E’ in fondo questa l’esperienza che per molti ha rappresentato la possibilità di alzare la testa, di scoprire a mani nude cos’è la politica, senza averne coscienza pregressa, senza che i propri genitori avessero fatto politica, senza presupposti di partenza, se non la propria condizione di disagio sociale e culturale. Per anni abbiamo sognato di fare un salto di qualità, un passo in avanti: costruire un realtà sociale che unisse gli studenti medi e gli universitari, così come tutti i soggetti in formazione. Abbiamo creato la Rete della Conoscenza, assieme ai nostri compagni di viaggio, Link Coordinamento universitario, una rete straordinaria di compagni, che vengono da una storia ben più lunga di questi quasi 2 anni di vita. Grazie a loro abbiamo intrapreso questo viaggio coraggioso che non sappiamo ancora dove ci porterà; ma questo è proprio il bello di chi vive la politica come un viaggio: si parte assieme questo è l’unico dato, il resto lo costruirà chi verrà dopo, modificandone la direzione se necessario, lottando, sognando e costruendo una realtà che avrà la vocazione di unire il mondo, troppo frammentato, della formazione di questo Paese.
“Se fate una foto all’associazione ne svilupperete migliaia”. In fondo è proprio così. Raccontare cos’è l’Unione degli Studenti non è facile; non è solo la rappresentazione delle centinaia di battaglie, di presidi, cortei, occupazioni, non è solo un lungo elenco di lotte; è dire di infinite storie di passaggi, di compagne e di compagni, di amori e di sogni, di difficoltà, di viaggi in giro per l’Italia, di campeggi nazionali “strapieni” di gente, di “Pilotti Party”, di una casa che aveva di nome “Villa Merda”, di piccoli territori in cui se non ci sei tu non c’è nulla e allora ci sei, ti impegni, resisti, di grandi città in cui abbiamo rappresentato una storia precisa, un argine democratico nei movimenti per cambiare non solo le scuole, ma la politica. E’ tutto questo, ma è molto altro ancora. Il SubComandante Marcos dice così: “Perché nessuno si ricorderà di noi, ma dei nostri sogni, delle nostre lotte, resterà un solco, qualcosa di più del semplice ricordo”. Magari chissà… è proprio così.
Buon Viaggio Unione degli Studenti.
Il coordinatore nazionale.
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