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Partire dalla sicurezza per costruire una scuola a misura di studente! 03/01/15

Nonostante anche il Governo Renzi avesse annunciato che il risanamento dell’edilizia scolastica sarebbe stato il suo cavallo di battaglia, la tabella di marcia, però, già si discosta nella realtà dai tempi e ...


Nonostante anche il Governo Renzi avesse annunciato che il risanamento dell’edilizia scolastica sarebbe stato il suo cavallo di battaglia, la tabella di marcia, però, già si discosta nella realtà dai tempi e dai finanziamenti previsti.
Si pone, inoltre, il problema delle scuole superiori la cui competenza, come è stato già detto, rimane anche dopo il riordino amministrativo alle province, enti che hanno subito tagli molto ingenti dalla finanziaria e per i quali non sono previste deroghe dal patto di stabilità.
Con il passare del tempo e con l’esasperazione delle problematiche connesse all’edilizia scolastica, non si è quindi fatta attendere l’attivazione di numerose associazioni della società civile nel denunciare la gravità della situazione ed è anche grazie a loro se con la Legge n.23/1996 è stata decisa l’istituzione di un Osservatorio per l’edilizia scolastica e di un’Anagrafe dell’edilizia scolastica. Quest’ultima registra enormi ritardi da parte del MIUR ed è ancora incompleta. Il MIUR, infatti, ha più volte provato a sottrarsi all’obbligo di pubblicazione dei dati relativi all’Anagrafe dell’edilizia scolastica ed è stato condannato in primo grado (Tar Lazio/ sentenza n.03014/ marzo 2014). Confermata dall’attuale ministro Stefania Giannini, l’operatività della Nuova Anagrafe è rinviata a giugno 2015 dal sottosegretario Davide Faraone.
Parlare di edilizia scolastica non significa solo rivendicare la messa in sicurezza o la messa a norma delle nostre scuole (per quanto anche questo debba essere un aspetto essenziale da continuare a portare avanti), ma esigere edifici scolastici realmente inclusivi e un miglioramento dell’offerta formativa e della didattica, nonchè innescare meccanismi di riappropriazione dell’ambiente scolastico e di riqualificazione territoriale.
Oggi in Italia il 32,5% degli edifici scolastici necessita di interventi urgenti di manutenzione. In media, dunque, una scuola su quattro ha necesità di interventi urgenti (43% al Sud). Inoltre, le scuole sono spesso inaccessibili per gli studenti con disabilità: solo nell’8,7% delle scuole sono stati fatti interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
L’edilizia scolastica ha anche forti connessioni con la didattica. Basti pensare a quanto dimostrato da recenti studi INDIRE che hanno messo in luce come “architetture” innovative degli spazi interni ed esterni riscontrate in alcune città europee favoriscano l’introduzione di nuovi modelli di organizzazione della didattica e degli apprendimenti. Nel nostro Paese, invece, il rapporto alunni-docenti per classe è ancora molto elevato e ciò si ripercuote negativamente sulla qualità della didattica, che si limita di fatto al modello di lezione frontale o cattedratica, e sulla possibilità di rispettare i diversi tempi di apprendimento.

Da un’analisi accurata dell’edilizia scolastica si può evincere anche la situazione tecnica delle dotazioni dei laboratori. È raro trovare scuole pubbliche in cui i laboratori siano ben forniti oppure a norma. Questo è un problema che riguarda perlopiù la qualità dell’offerta formativa degli studenti che frequentano istituti tecnici e professionali, che sono spesso oggetto di una didattica prevalentemente teorica nel loro corso di studi proprio a causa di una strumentazione poco adeguata o per mancanza di laboratori rispondenti alle loro esigenze.

Un’altra connessione che non deve passare inosservata riguarda l’edilizia scolastica e i diritti.
Quante volte siamo stati costretti a fare assemblea d’istituto in aule che non riescono ad ospitare tutti gli studenti del nostro istituto? Quante volte l’assenza di spazi adeguati ci ha messo nostro malgrado nella condizione di dover rinunciare ad alcuni nostri diritti? La nostra idea di scuola prevede che tutti i nostri diritti vengano rispettati, e possibilmente ampliati, a cominciare dalla messa a disposizione degli studenti di aule autogestite e dall’apertura delle scuole in orario scolastico, come sancito nel D.P.R. 567/96, affinchè la scuola diventi presidio di democrazia e cittadinanza reale, in cui accogliere interessi, passioni e creatività, nonchè praticare attività mutualistiche e modalità di didattica alternativa.

Riassumendo, rivendichiamo:

● Messa in funzione dell’Anagrafe scolastica

● Realizzazione di scuole ex novo quando non è possibile riconvertire locali dismessi o beni confiscati alle mafie

● Creazione plessi polivalenti per la messa in rete delle attività didattiche

● Creazione mense e alloggi pubblici

● Creazione aree per le attività studentesche autonome

● Creazione auditorium per assemblee plenarie e conferenze

● Adeguamento delle strutture già esistenti

● Messa in sicurezza, agibilità statica e igienico-sanitaria

● Prevenzione incendi

● Eliminazione delle barriere architettoniche

● Adeguamento strumenti e postazioni per disabili

● Normalizzazione della situazione delle classi (rapporto studenti/numero di classi)

● Rinnovo servizi igienici e suppellettili

● Piena disponibilità e capienza di palestre e impianti sportivi

● Piena disponibilità di laboratori e biblioteche

● Interventi perequativi per le regioni del mezzogiorno

● Finanziamento per informatizzazione strutture scolastiche

● Formazione e istituzione di attività didattiche sulla sicurezza del lavoro

● Istituzione percorsi formativi per gli studenti che effettuano stage professionalizzanti

● Riconoscimento attività didattiche sull’uso dei DPI (dispositivi di protezione individuale) soprattutto negli istituti tecnici e professionali

● Allargamento democratico dell’Osservatorio e dei Comitati paritetici sulla sicurezza

● Predisporre in ogni scuola spazi per contenere le assemblee plenarie degli organi collegiali, e, nello specifico, le assemblee studentesche. Pensiamo siano diventati insostenibili i casi in cui gli studenti debbano utilizzare i propri fondi delle attività autogestite(dpr. 567) per pagare l’affitto di cinema o teatri utili alle proprie assemblee

● Aprire la scuola al territorio o garantire le strutture minime di ricezione per il completo assolvimento del diritto allo studio da parte di studenti svantaggiati o pendolari, è una priorità dalla quale questo governo non potrà esimersi.

● Consentire alle Province di stanziare fondi derogando al Patto di Stabilità


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