Mettiamoci al lavoro, per un’altra istruzione tecnica e professionale! 04/16/15
L’istruzione tecnica professionale sta diventando, sempre di più, un tema all’ordine del giorno nel dibattito sul mondo della scuola. Quando si parla del rapporto tra scuola e mondo del lavoro ...
L’istruzione tecnica professionale sta diventando, sempre di più, un tema all’ordine del giorno nel dibattito sul mondo della scuola. Quando si parla del rapporto tra scuola e mondo del lavoro vengono evocati spesso sistemi come il duale tedesco, l’aumento del rapporto tra mondo delle imprese e addirittura in alcuni casi, come ne La Buona Scuola, si parla dell’entrata di “esperti” aziendale nelle reti di scuola per consigliare una didattica maggiormente efficace.
Queste affermazioni sono state esplicitate ad esempio dall’introduzione dell’apprendistato sperimentale con il decreto interministeriale 104/2013 che vuole essere un primo passo per introdurre il modello duale tedesco in Italia. Questo provvedimento prevede che gli studenti passino il 35% delle ore di lezione non in classe ma in azienda: non ancor a a livello dei 4 giorni su 6 in azienda ma poco ci manca.
Viene legittimo chiedersi se si parli di riformare il mondo dell’istruzione tecnica professionale o si stia parlando di come asservire le nostre scuole a quelle che sono le necessità delle aziende.
Molteplici valutazioni nel merito vanno condotte rispetto a questi. Innanzitutto pensare di importare il modello tedesco, che già ha molte criticità come le scarse competenze trasversali che da agli studenti in Italia, con un sistema produttivo che gode di immense diversità e un arretratezza congenita, è quanto di più sbagliato possa esservi e non può che andare a creare, come nel caso dell’apprendistato sperimentale, una trasmissione di basse competenze funzionali solamente al profitto delle aziende e alla flessibilizzazione del mondo del lavoro. Questo governo ci vuole consegnare una scuola ancor più divisa tra bassa e alta formazione, tra chi potrà accedere a percorsi di studio superiore e chi non ne avrà la possibilità se non sulla carta perché non gli verranno forniti i mezzi per accedervi.
Sarebbe necessario mettere in campo altri provvedimenti per rendere realmente l’istruzione tecnica professionale un agente formativo in grado di dare competenze trasversali e non recintare gli studenti in un futuro già segnato dalle loro condizioni di partenza.
L’alternanza scuola lavoro spesso ha una scarsa utilità didattica e spesso diventa un momento di sfruttamento e non di reale apprendimento. Di pari passo troppi istituti tecnici professionali registrano una mancanza di laboratori funzionanti costringendo gli studenti ad apprendere solamente a livello teorico, senza andare a interrogarsi sul “saper fare”.
Sarebbe necessario anche rendere maggiormente democratica la scelta dei concordati con le aziende, che ora sono in mano ai docenti referenti e ai presidi, prevedendo l’istituzione di commissioni paritetiche composte da docenti e studenti che si occupino della stesura dei concordati. Inoltre bisogna porre particolare attenzione alle aziende che vengono scelte imponendo la sottoscrizione di un codice etico contro la devastazione ambientale e la corruzione.
Inoltre è necessario andare a sistematizzare i vari enti che forniscono percorsi di istruzione tecnica professionale in quanto alcuni, come gli iefp, non sono statali ma sono regolati da regolamenti regionali con una netta diversità a seconda della legislazione regionale e anche una diversa gestione, alcuni appaltati a privati alcuni pubblici, con il risultato che none esiste pressochè alcun controllo di questi enti.
Rendere l’istruzione tecnica professionale un agente formativo reale ed emancipante per gli studente significa cambiare il rapporto tra scuola e lavoro, tra saperi e sistema economico ma anche tra ambiente e scuola. E’ necessario che le nostre scuole diventino luoghi in cui i saperi possono e devono determinare le logiche produttive e non il contrario, dove non si crei un rapporto subalterno con il sistema produttivo. E’ altresì necessario che le nostre scuole non contribuiscano più alle devastazioni ambientali, piaga ormai onnipresente in Italia, collaborando con quelle aziende che ogni giorno producono danni ambientali ma siano presidi dove si discute e si elaborano soluzioni a questi problemi.
Come posso cambiare la mia scuola?
-Informati sullo stato della campagna seguendo la pagina facebook gli studenti dei tecnici e professionali.
- Fai approvare lo statuto delle studentesse e degli studenti in stage: SCARICA IL Modello di statuto per le studentesse e gli studenti in stage (2153)
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- Fai approvare l’ordine del giorno per la commissione paritetica per determinare i concordati tra scuole e aziende. Scarica l’ Odg della commissione paritetica per l'alternanza scuola lavoro (622)
Materiali utili:
-
Sistema duale tedesco: di cosa parliamo? (165)
-
Istruzione tecnica professionale: come orientarsi in una giungla di sigle. (220)
-
Scheda tecnica apprendistato sperimentale (147)
Se vuoi avviare la campagna nella tua scuola contatta Giacomo Zolezzi o 3295991994.
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