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La dichiarazione della studentessa e dello studente in sciopero 11/05/14

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Partecipa alla fotonomination verso il #14N: ribalta il banco, incrocia le braccia e scrivi “Io sciopero perché [scrivi i motivi che ti spingono a farlo]. Nomino [scrivi il nome di 5 amici]. Il #14N scendi in piazza per lo sciopero studentesco nello #scioperosociale.” Dopo invia la foto alla pagina dell’UdS

LA DICHIARAZIONE DELLO SCIOPERO: IL NOSTRO FUTURO NON E’ UNO SLOGAN!

Il 14 novembre sciopererò tutta la giornata e scenderò in piazza. In realtà noi studenti scioperiamo da anni, ma stavolta vorrei fare sul serio, bloccando la mia scuola e la mia città. Tanti dicono che scioperare non serve più a nulla, che tanto il Governo non ci ascolta, che è meglio restare in classe a studiare come sempre. Ma io il 14 novembre sciopererò, incrocerò le braccia con tanti miei coetanei che oggi vengono sfruttati, che non riescono più a studiare; affianco a tutti coloro che oggi, come me, vedono nel futuro soltanto precarietà e assenza di prospettive. Lo farò inventandomi nuove forme per farmi sentire, perché oggi esistono tanti nuovi modi per creare problemi a chi ci vorrebbe a testa bassa, senza il desiderio e il bisogno di cambiare questo Paese in macerie.

Io sciopero perché la disoccupazione giovanile nel nostro Paese supera il 44% e non voglio un futuro contraddistinto dalla precarietà e dall’impossibilità di inseguire i propri sogni.

Io sciopero perché ne La Buona Scuola di Renzi non è prevista alcuna misura per il diritto allo studio e contro la dispersione scolastica, ma vengono favoriti soltanto gli interessi dei privati e delle aziende della porta accanto.

Io sciopero perché studiare non può essere un lusso per pochi, perché vorrei un reddito per emanciparmi dalla condizione sociale ed economica della mia famiglia e studiare quello che voglio. Ogni anno per andare a scuola devo sostenere spese altissime, tra libri, materiale scolastico, trasporti. Voglio un’istruzione pubblica, gratuita e di qualità!

Io sciopero perché con lo Sblocca Italia si finanziano le Grandi Opere e si taglia sul diritto allo studio.

Io sciopero perché la mia scuola è a pezzi e condivide questa situazione con tante altre nel Paese. Il 65% degli edifici scolastici si trova in una zona a rischio sismico, il 24% è stato costruito in terreni a rischio idrogeologico, il 73% presenta lesioni strutturali e sulla facciata esterna, il 41% presenta uno stato di manutenzione mediocre o pessimo e 2.000 edifici sono a rischio amianto per 342.000 studenti.

Io sciopero perché voglio l’innalzamento dell’obbligo scolastico ai 18 anni: una misura di civiltà per non lasciare indietro nessuno.

Io sciopero perché voglio spazi sociali nella mia città, perché non posso più accettare che per divertirmi, suonare, confrontarmi con i miei amici e amiche debba sempre pagare qualcosa.

Io sciopero perché con la Legge di stabilità si taglia il fondo 440/97 che finanzia l’autonomia scolastica, i corsi di recupero, la formazione dei docenti, l’alternanza scuola-lavoro e la progettazione delle scuole. Voglio una scuola all’altezza delle mie aspettative!

Io sciopero perché mentre la scuola pubblica subisce un taglio di 400 milioni alle scuole non statali vanno altri 200 milioni.

Io sciopero perché la contribuzione volontaria delle famiglie, spesso imposta come tassazione obbligatoria, è aumentata e costituisce oggi il 33% del bilancio totale delle scuole. Non ce la faccio più a pagare 150 € di contributo volontario: voglio l’istruzione gratuita!

Io sciopero perché ad oggi solamente il 9% degli studenti riesce a compiere un’esperienza di alternanza nei 3 anni di scuola superiore e perché la selezione tra chi può accedervi e chi no non deve più essere effettuata con criteri meritocratici che vanno a ledere soprattutto chi proviene da contesti sociali ed economici difficili.

Io sciopero perché la scuola non deve adeguarsi alle richieste di un mercato del lavoro sempre più precario ma lo deve cambiare!

Io sciopero perché anziché dare tutto il potere ai dirigenti scolastici bisogna favorire il protagonismo degli studenti, perché voglio incidere nelle scelte della mia scuola.

Io sciopero perché con il nuovo Sistema Nazionale di Valutazione si continuano a fare classifiche degli studenti, dei docenti e degli istituti. Voglio una scuola che educhi alla cooperazione e non alla competizione!

Io sciopero perché voglio un’aula autogestita e la scuola aperta nel pomeriggio che favoriscano la partecipazione degli studenti e contrastino la dispersione scolastica.

Io sciopero perché la didattica non deve essere la trasmissione di nozioni, ma uno scambio multidirezionale di saperi e conoscenze. Sono stanco di essere visto come un contenitore di nozioni: sono in grado di pensare, i miei prof lo devono capire!

Io sciopero perché l’apprendistato non sia alternativo alla scuola dell’obbligo e perché venga introdotto al più presto lo Statuto degli studenti in stage che garantisca tutele didattiche, lavorative e assicurative. Nessuno mi venga a dire che l’apprendistato sperimentale di cui si parla ne La Buona Scuola garantisce la mia formazione: è solo sfruttamento e asservimento agli interessi delle imprese!

Io sciopero perché la bocciatura è un enorme fallimento del sistema formativo.

Io sciopero perché non voglio fuggire dall’Italia. Voglio un Paese che sappia valorizzare le mie potenzialità!

Io sciopero perché mi han detto che dalla crisi si esce da soli, ma io non ci credo più. Il 10 ottobre siamo entrati in scena in più di 100 piazze del Paese per dire ad un Governo sordo alle istanze dei più deboli, che risponde con tweet e manganelli alla disperazione degli operai di Terni come degli studenti, che non accettiamo più soprusi e leggi che vanno contro i nostri bisogni. Ci siamo tutti stancati di vedere le TV e i giornali imbottiti di dichiarazioni a nostro nome. Renzi e i poteri forti di questo Paese non possono pensare di convincere il Paese della bontà del Jobs Act dicendo che è una risposta ai nostri bisogni, alla disoccupazione, alla mancanza di reddito. Nessuno ci ingannerà più: sappiamo bene che dietro il Jobs Act si nasconde la definitiva precarizzazione del mercato del lavoro, il demansionamento, i controlli a distanza, i licenziamenti facili e nessuna reale tutela.

Il 14, nella giornata di sciopero sociale e della Fiom, in vista dello sciopero generale, incroceremo le braccia e daremo vita, tutti assieme, ad uno sciopero studentesco diffuso e generalizzato, scuola per scuola, città per città.

Scenderemo in piazza e bloccheremo la circolazione, andremo ad attaccare i dispositivi proprietari della cultura perché la conoscenza è un bene comune non recintabile, per restituire un ruolo sociale ai saperi, alla ricerca.

Il nostro futuro non è uno slogan. Nessuno potrà scriverlo in nostro nome: lo scriveremo noi, con tutta la rabbia, con tutto l’amore.

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Organizzerai un corteo il 14 novembre? Comunicacelo inviando una mail a unionedeglistudenti@gmail.com o chiamando ai  responsabili territoriali di riferimento per la tua regione. Oppure scrivici tranquillamente su facebook!



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