invalsi protesta studenti maggio 2012 0

Il 12 maggio boicottiamo i test Invalsi e blocchiamo il ddl Renzi! 05/08/15

Martedì 12 maggio alle studentesse e agli studenti frequentanti il secondo anno delle scuole superiori verranno somministrati i test Invalsi. [Tutti i materiali utili in fondo all'articolo ;)] Questi prendono ...


Martedì 12 maggio alle studentesse e agli studenti frequentanti il secondo anno delle scuole superiori verranno somministrati i test Invalsi. [Tutti i materiali utili in fondo all'articolo ;)]

Questi prendono il nome dall’omonimo ente di ricerca (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema d’Istruzione e formazione) che li produce annualmente e che grazie al D.L. n.286 dipende economicamente e politicamente dal Miur, gestisce il Sistema Nazionale di Valutazione, prepara e somministra su base censuaria i test Invalsi.

E’ di duplice natura il fine per il quale il MIUR si avvale dei test INVALSI: da una parte per costruire un preciso modello di scuola antidemocratico, escludente e nozionistico, attraverso una valutazione che fissa gli obiettivi minimi e massimi in termini di “qualità”, dall’altra parte per giustificare le politiche del MIUR stesso, senza potervi incidere realmente. E’, infatti,  interessante notare come al generale calo della qualità dell’istruzione, registrato dai test, siano seguite politiche di tagli trasversali e di smantellamento della scuola pubblica.

Secondo l’Ente di ricerca la finalità dei test sarebbe valutare il sistema scolastico. Eppure, l’INVALSI è l’unico Istituto in Europa a svolgere i test su base censuaria e non campionaria, facendo oltretutto  ammontare i costi a 14 milioni di euro l’anno per la loro somministrazione.  Una cifra inaccettabile se solo si pensa al susseguirsi di tagli trasversali al diritto allo studio, alle condizioni disastrose in cui si trovano l’edilizia scolastica e la scuola pubblica in generale.

I vari governi che si sono susseguiti in questi anni, sia di destra che di sinistra, hanno fatto sì che l’intero sistema scolastico venisse sottoposto alle leggi aziendalistiche del mercato, pensando che in questo modo la scuola potesse divenire più efficiente. La retorica esasperata della necessità di parametri scientifici che vadano a verificare le nozioni di studenti di scuole in cui i programmi didattici sono differenti oltre che a fallire nel proprio intento, soffoca la didattica, le attitudini e  le capacità individuali degli studenti che nei test Invalsi non trovano riscontro. Lo strapotere  assunto dall’Invalsi e la preparazione ossessiva di cui necessitano i test hanno svolto la funzione di promuovere sottobanco una vera e propria “riforma della didattica”. Infatti, a causa del pericoloso meccanismo di premialità che il MIUR intende mettere in campo a seguito dei risultati del test e alla conseguente  allocazione di risorse che deriva da tale classificazione delle scuole italiane, i docenti sono sempre più propensi a dedicare una consistente percentuale di ore di didattica all’insegnamento di ciò che è necessario per superare i test. Coloro che ci rimettono maggiormente sono gli studenti, che si vedono sottrarre i momenti più formativi del proprio percorso scolastico, sostituiti da una forte competizione e da un’attenzione eccessiva al voto.

E la valutazione che ruolo svolge all’interno de La Buona Scuola? Certamente, un ruolo centrale! Questa viene vista come strumento privilegiato per attuare il processo di miglioramento delle singole scuole e per conoscere il sistema educativo nella sua totalità. Nell’introduzione del capitolo sulla valutazione della prima versione de La Buona Scuola si negava che il sistema di valutazione che il Governo intende mettere in campo si sostanzierà di competizione e classifiche, ma la volontà politica di “sostenere la scuola che si impegna di più per migliorare” è in linea di continuità con la tendenza ormai consolidata a premiare la scuola che risulta migliore.

Nonostante la consultazione messa in campo dal Governo non fosse ancora giunta al termine, con il comunicato stampa del MIUR del 19 settembre c.a. sono state già annunciate alcune caratteristiche del Sistema nazionale di valutazione (SNV) ed è stato imposto a tutti gli istituti (paritari e statali) la stesura e la pubblicazione del rapporto di autovalutazione con gli obiettivi di miglioramento, che le famiglie potranno consultare nell’atto di iscrivere il proprio figlio a scuola. Con ogni probabilità la scelta ricadrà sulle scuole che raggiungono con facilità gli standard imposti a discapito delle scuole in maggiore difficoltà. A ogni istituto verranno forniti da parte dell’INVALSI indicatori comuni e comparabili per autovalutarsi, utili all’individuazione delle scuole da sottoporre a verifica esterna da parte del nucleo di valutazione (ispettori e un esperto esterno scelto dall’INVALSI). Parte del finanziamento del MOF per l’offerta formativa verrà allocato su base premiale a seconda dell’esito del piano triennale di miglioramento che la singola scuola è tenuta ad elaborare e perseguire.

Quest’anno inoltre l’Invalsi ha spostato di un giorno la somministrazione delle prove nelle scuole elementari, prevista per il 5 maggio (data dello sciopero generale della scuola),  annullando il diritto di sciopero e di dissenso di tutti coloro che sarebbero scesi in piazza anche in opposizione ai test standardizzati. Si tratta di un atto antisindacale e illegittimo di una gravità inaudita, nonchè in linea con l’atteggiamento sfacciatamente antidemocratico che il Governo ha ostinatamente perpetrato sin dalla presentazione de La Buona Scuola. A un’azione tanto grave deve corrispondere un’azione altrettanto forte da parte delle studentesse e degli studenti. Oggi come non mai di fronte a un Governo che si dimostra ripetutamente sordo alle rivendicazioni che hanno attraversato scuole e piazze e che non è disposto a confrontarsi con i corpi intermedi dobbiamo essere in grado di promuovere il boicottaggio dei test Invalsi. Ma non ci limiteremo solo ad esprimere la nostra contrarietà a un modello di didattica nozionistica e sottomessa alla valutazione! Al contrario, anche in virtù del fatto che la normativa in materia di valutazione dello studente costituisce una delle deleghe in bianco del Governo, organizzeremo momenti di dibattito sulla nostra idea alternativa di valutazione costruita negli ultimi mesi all’interno di assemblee e occupazioni e riassunta nel documento de L’Altrascuola >>>http://issuu.com/retedellaconoscenza/docs/altrascuola__2_

Spesso, infatti, di fronte al rifiuto di questo modello di valutazione ci siamo sentiti rispondere che la nostra è solo paura di essere valutati. Al contrario, noi da anni ci facciamo promotori di un’idea alternativa di valutazione, che non sia più utilizzata come mero strumento di controllo e di punizione, bensì come uno strumento di crescita collettiva e individuale, svincolato dalle logiche di mercato e di competitività che ad oggi la contraddistinguono. Pensiamo che si debba inserire nel processo di valutazione modalità quali l’autovalutazione, la valutazione dello studente verso il docente e  la valutazione narrativa, che vedano i percorsi formativi come processi circolari in cui la valutazione metta in luce le lacune e i punti di forza delle metodologie di insegnamento, dello studente o dell’istituto in generale.

I test INVALSI non sono obbligatori né per i docenti né per gli studenti. L’art. 51 comma 2  della Legge 4 aprile 2012, n. 35
(Conversione, con modificazioni, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5: Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo) annovera le prove INVALSI tra le “attività ordinarie”. Pertanto, anche la somministrazione dei test INVALSI deve essere discussa democraticamente nei collegi docenti, nei consigli di classe e nelle assemblee.

I test sono strumenti di valutazione esterna e in alcun caso possono essere ritenuti utili all’attribuzione di voti ordinari agli studenti. La loro valutazione nei registri di classe contraddice la normativa sulla privacy in merito allo svolgimento delle prove (D.L. n.147/2007 convertito con modificazioni dalla legge n.176/2007).

Nel caso in cui un professore valuti la tua prova INVALSI o minacci di farlo, in allegato puoi scaricare il modulo della vertenza per impedirglielo.

Il 12 maggio boicotteremo i test INVALSI perché:

  • Costosi: ogni anno vengono spesi 14 milioni di euro per la somministrazione dei test, mentre ci viene detto che “non ci sono soldi” per finanziare l’edilizia scolastica o il diritto allo studio;

  • Dannosi: producono una didattica nozionistica che considera gli studenti numeri e non persone. I test sono incapaci di valorizzare le intelligenze di tutte e tutti;

  • Escludenti: sono basati su un concetto di merito sbagliato che ignora le disuguaglianze socio-economiche profonde che ci sono tra gli studenti;

  • Antidemocratici: sono costruiti dal MIUR e dall’INVALSI mentre la valutazione dovrebbe essere un tema costantemente discusso e deciso nelle scuole dal basso.

Il 12 maggio non compileremo a testa bassa dei test di cui non condividiamo né la natura né lo scopo ma con scioperi bianchi, blocchi delle lezioni, flash mob e assemblee fuori e dentro le scuole faremo sentire le nostre ragioni! Facciamo appello alle realtà del mondo scuola, agli studenti e ai docenti tutti : fermiamo la standardizzazione dei saperi, rivendichiamo e pratichiamo modelli di altra-valutazione e blocchiamo il ddl sulla scuola che va contro i nostri bisogni!

Segui l’hashtag #noinvalsi

contattaci : unionedeglistudenti@gmail.com / 3490947990 / 0669770332

 

 


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