#17NOW: giornata internazionale dello studente. Una breve storia 11/08/13
Il 28 ottobre 1939, anniversario dell’indipendenza cecoslovacca, studenti e professori dell’università di Praga manifestavano contro il regime nazista e per l’indipendenza, il regime nazista rispose con una dura repressione della ...
Il 28 ottobre 1939, anniversario dell’indipendenza cecoslovacca, studenti e professori dell’università di Praga manifestavano contro il regime nazista e per l’indipendenza, il regime nazista rispose con una dura repressione della manifestazione e in quell’occasione uccisero lo studente Jan Opletal. Il 15 novembre, in occasione del funerale di Jan Opletal, gli studenti trasformarono il corteo funebre in una manifestazione contro il regime nazista; la repressione, a pochi giorni dalla manifestazione nell’universitá di Praga, fu molto più dura: moltissimi furono gli istituti chiusi, migliaia gli studenti e i docenti arrestati e 9 tra studenti e docenti vennero giustiziati il 17 novembre senza alcun processo. E ancora, il 17 novembre 1973, al culmine della rivolta greca contro la dittatura dei colonnelli, un carro armato irrompe nell’università di Atene reprimendo la rivolta studentesca. Da qui nasce la giornata del 17 novembre come giornata di commemorazione dell’eccidio e della repressione delle mobilitazioni studentesche in tutto il mondo.
Nel 1941 il Consiglio Internazionale degli Studenti dichiara per la prima volta il 17 novembre come giornata internazionale dello studente, ma la ricorrenza viene celebrata con poco forte senso commemorativo e in maniera sconnessa in molte parti del mondo.
È nel 2004 che un’assemblea studentesca internazionale, alla quale partecipano le associazioni internazionali tanto quanto le associazioni nazionali, tenuta nel corso del Forum Sociale Mondiale, lancia la giornata del 17 novembre come giornata di commemorazione e mobilitazione internazionale.
Qual è quindi il senso del 17 novembre?
La giornata internazionale degli studenti ha una lunga storia di contenuti e mobilitazioni globali. Dalla mera commemorazione la giornata è diventata un modo per continuare a far sentire la voce delle studentesse e degli studenti di tutto il mondo e per portare l’attenzione su temi come l’Istruzione di qualità, i diritti e la democrazia.
Se è vero che i sistemi d’istruzione sono diversi da paese a paese, é anche vero che le lotte studentesche sono spesso altamente interconnesse, se non uguali. Ancora oggi gli studenti si trovano davanti a problemi enormi come l’accesso dell’istruzione e il costo della stessa, e, oggi come ieri, le istituzioni rimangono sorde a qualsivoglia tipi di mobilitazione propositiva. Con questa giornata intendiamo ricordare le studentesse e gli studenti che hanno lottato in passato, ma vogliamo anche prenderci il protagonismo del presente che continua a venirci negato.
Nel 2009 a Bruxelles l’OBESSU (the organizing bureau of European school students unions), di cui l’Unione degli Studenti è Membro e che rappresenta le studentesse e gli studenti delle scuole superiori, e l’ESU (the European students union), che rappresenta gli studenti universitari, hanno organizzato un evento per celebrare i 70 anni dal 17 novembre 1939. In quell’occasione studentesse e studenti da tutta Europa hanno discusso della storia dei movimenti e di come rilanciare quella data in senso conflittuale. Anche quest’anno, come negli anni passati, l’OBESSU ha lanciato un appello per la partecipazione alla giornata.
Qual è il senso del 17 novembre nel 2013?
Dal 2008 la parola crisi è entrata con prepotenza nel nostro vocabolario, e ci é entrata con un significato e con un ruolo che alle studentesse e agli studenti è sempre stato stretto. Dicono crisi per indicare una grossa crisi finanziaria, ma dimentichiamo che la crisi è anche e soprattutto sociale, culturale, democratica; dicono crisi per trovare una giustificazione plausibile alle politiche antidemocratiche che ci vengono imposte dai vertici delle istituzioni europee; dicono crisi per giustificare le politiche di austerità che sanino i bilanci distruggendo il nostro presente e il nostro futuro; dicono crisi per giustificare la totale cancellazione di diritti e l’avanzare di politiche neoliberiste sempre più pesanti. Noi non ci stiamo! Saremo nelle piazze il 15 e il 16 novembre per dire no alla dittatura dell’alta finanza, oggi come nel 1939 vogliamo chiedere democrazia, lavoro, welfare, un’istruzione di qualità e accessibile da tutte e tutti, vogliamo essere protagonisti del nostro presente e vogliamo costruire il nostro futuro. Saremo nelle piazze perché la lotta degli studenti spagnoli contro la LOMCE, la riforma dell’istruzione che smantella il sistema di istruzione pubblico spagnolo, é anche una nostra lotta, come è una nostra lotta quella degli studenti francesi, che da settimane si mobilitano perché Leonarda e Katchic, i due studenti migranti espulsi, possano tornare in patria e perché ci sia una radicale revisione della politica migratoria, in Francia come in tutta Europa. Non siamo più disposti ad essere succubi delle decisioni imposte dall’alto, esigiamo democrazia reale e siamo pronti a gridarlo nelle piazze, e lo faremo insieme a migliaia di altre studentesse e studenti da tutto il mondo.
Per noi, il 17 novembre non é una semplice ricorrenza, e non dovrà mai esserlo.
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